Molestie telefoniche: integra il reato anche l’invio di messaggi whatsapp

Con sentenza n. 37974 del 22 ottobre 2021, la Corte di cassazione ha sostenuto che la fattispecie di cui all’art. 660 c.p., nella forma che prevede l’uso del telefono, possa essere integrata anche attraverso l’invio di messaggi attraverso sistema di messagistica telematica o sms. E ciò indipendentemente dalle modalità sincrone o asincrone di comunicazione o dalla possibilità, che ha l’utente che riceve tali messaggi, di “bloccare” il proprio interlocutore, senza dover disattivare l’apparecchio telefonico o cambiare numero. Ciò in quanto la norma di cui all’art. 660 c.p. mira a prevenire il turbamento della tranquillità pubblica attuato mediante l’offesa alla quiete privata e non alla libertà di comunicazione dell’atto molesto e ciò che rileva è “l’invasività in sé del mezzo impiegato per raggiungere il destinatario, non la possibilità per quest’ultimo di interrompere l’azione disturbatrice”.
Source: Quotidiano Giuridico