Il dibattito su Palazzo della Sanità. Tutti d’accordo, tranne il dg dell’agenzia per l’ambiente: “E’ troppo tardi, speso già mezzo milione di euro, sarebbe materia della Corte dei Conti e il personale non vuole”. Ma secondo il consigliere regionale FdI poi avrebbe ricevuto una telefonata dal Governatore per cambiare parere
TERAMO – “Non siamo mai stati contrari alla delocalizzazione, ma allo stato attuale l’ipotesi non è più attuabile”. Prima il direttore generale di Arpa Abruzzo, Maurizio Dionisio, chiude la strada a qualsiasi possibilità di dibattere sull’opportunità o meno, di trasferire in altra parte del centro storico gli uffici e i laboratori dell’Agenzia regionale per l’ambiente di Teramo, poi il presidente della Commissione regionale sanità, il teramano Paolo Gatti, la riapre, non senza prima ‘bacchettare’ il sindaco D’Alberto sul colpevole ritardo di valutazione del problema urbanistico e sulla sua ‘mancanza di visione.
E’ successo tutto nello spazio di due comunicati stampa, nell’arco di due ore. Gatti riferisce di una interlocuzione tra lui e il presidente Marsilio, con quest’ultimo pronto a fornire ad Arpa i suoi indirizzi: “Entrambi – ha spiegato il consigliere regionale di FdI – abbiamo avuto colloqui con l’ufficio per la ricostruzione. C’è pertanto tutta la volontà e la disponibilità a partecipare ad un tavolo, se il Sindaco di Teramo riterrà di convocarlo, per supportare, nel perimetro delle norme, una scelta urbanistica che preveda la restituzione di uno spazio importante del centro alla città mediante un vincolo di non edificabilità, per poi trovare una sede adeguata e non periferica agli uffici dell’Arpa“.
Dionisio aveva sottolineato che “con un finanziamento in corso e ingenti risorse economiche già impegnate, diventa oggi difficile, se non impossibile, ipotizzare una soluzione alternativa, soprattutto considerando che si tratta di una struttura di proprietà di Arpa Abruzzo, che ospita laboratori e uffici con funzioni fondamentali per il controllo ambientale del territorio. L’apertura al confronto non è mai mancata, ma l’assenza di proposte alternative concrete, da parte di alcuno degli enti coinvolti nella vicenda, sommate allo stato avanzato dell’iter amministrativo e tecnico per la ricostruzione, rende non più percorribile la strada della delocalizzazione”.
Ma non solo. A dare perentorietà alla sua affermazione, Dionisio specifica che “la sede del distretto provinciale di Teramo, in Piazza Martiri Pennesi, è di proprietà esclusiva di Arpa Abruzzo, in quanto la Regione, congiuntamente con la Asl, ha effettuato il trasferimento di proprietà con una Delibera di Giunta risalente a circa vent’anni fa. L’Agenzia – continua il direttore generale – è titolare di sette ottavi dell’immobile, mentre il restante ottavo è di proprietà della Provincia di Teramo, che ha delegato ad Arpa la ristrutturazione dello stabile. Attualmente, l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione – spiega ancora Dionisio – ha previsto il finanziamento delle operazioni di abbattimento e ricostruzione e, per tali interventi, sono già stati sostenuti costi per circa mezzo milione di euro. Il dibattito in corso deve quindi necessariamente tener conto del fatto che, qualora si decidesse di intraprendere una soluzione diversa, le somme già impegnate potrebbero andare perse, con conseguente configurabilità di un danno erariale, accertabile da parte della giurisdizione contabile, ovvero della Corte dei Conti. Senza contare che, rinunciando all’attuale progetto, l’Agenzia perderebbe anche il beneficio di riottenere un edificio completamente rinnovato, progettato secondo i più moderni criteri di sicurezza strutturale ed efficientamento energetico”.
Una posizione, quella dei vertici dell’Agenzia, condivisa anche da chi quotidianamente lavora all’interno della sede teramana.
“Dalle interlocuzioni avute con il personale e le rappresentanze sindacali – sottolinea Dionisio – è emersa in modo chiaro la volontà di mantenere le attività nella sede attuale. C’è un forte senso di appartenenza a quella struttura e la consapevolezza che il mantenimento della sede storica rappresenti un elemento di continuità e funzionalità operativa, anche in termini di efficienza, sicurezza e qualità dei servizi erogati”.
Gatti però è di un altro parere, secondo quanto ha fatto sapere con la sua nota, e punta decisamente sulla delocalizzazione, aprendo una questione politica nei confronti di D’Alberto: “È vero che il Comune di Teramo ha scoperto oggi, con colpevole ritardo, il suo ruolo di pianificatore urbanistico, e che nel corso degli anni non ha mai pensato di convocare un tavolo con Agenzia regionale per l’ambiente e Regione Abruzzo per rappresentare le sue eventuali scelte urbanistiche. Ma è vero anche che, dopo le sollecitazioni giunte dall’opposizione di centrodestra, da tanti personaggi della cultura della città, e pure da pezzi della maggioranza comunale, non possono essere il grave ritardo del Sindaco e la sua mancanza di visione, ad ipotecare una scelta urbanistica sbagliata. Restiamo pertanto in attesa di conoscere le volontà del Comune di Teramo ribadendo la piena disponibilità della Regione e delle sue articolazioni, a partecipare ad un tavolo di lavoro nell’esclusivo interesse della città“.
Source: Emmelle Notizie