Nato, Rutte “Nel 2025 necessario aumentare gli sforzi”

Nato, Rutte “Nel 2025 necessario aumentare gli sforzi”

ROMA (ITALPRESS) – La NATO ha pubblicato sul proprio sito il rapporto annuale. Si tratta del primo a firma del segretario Mark Rutte, in carica dall’ottobre del 2024, ed il primo non pubblicizzato da conferenze stampa e comunicati come nel passato. Rutte, nella sua introduzione, afferma di aver ereditato dal predecessore, Jens Stoltenberg, “un’Alleanza forte di 32 nazioni con un obiettivo comune: preservare la pace e la sicurezza”.

Ma riconosce che “questo obiettivo è più critico che mai. Ci troviamo di fronte all’ambiente di sicurezza più pericoloso da generazioni a questa parte: una guerra brutale in Europa, la persistente minaccia del terrorismo, la crescente competizione strategica e l’intensificarsi della cooperazione tra gli avversari e i concorrenti dell’Alleanza” come Russia e Cina fino a regimi come l’Iran. Il segretario sottolinea di aver lavorato per rendere la NATO “ancora più forte, più agile e pronta a dissuadere e difendere in modo credibile da tutte le minacce alla nostra sicurezza”.

Nel Rapporto 2024 Rutte offre una panoramica concisa dei principali risultati ottenuti dall’Alleanza nell’anno del suo 75° anniversario, evidenziando i sostanziali progressi compiuti per realizzare le principali priorità politiche degli Alleati, dal rafforzamento della deterrenza e della difesa alla garanzia di sostegno all’Ucraina.

Ma in conclusione lancia un monito: “Nel 2024 abbiamo mostrato progressi reali nel rafforzamento delle nostre forze, capacità e industria della difesa per affrontare le sfide di un ambiente di sicurezza più pericoloso. Nel 2025, dobbiamo aumentare significativamente i nostri sforzi per garantire che la NATO rimanga una fonte chiave di vantaggio militare per tutte le nostre nazioni”.

Il documento allarga lo sguardo a una scena globale segnata da una crescente instabilità che pone la NATO immersa in un ambiente operativo complesso, dove le minacce si estendono a tutti i domini: terra, mare, aria, spazio, cyber e informazione. “Nel 2024 – scrive Rutte -, la NATO ha continuato a rafforzare la sua deterrenza collettiva e la sua posizione di difesa, basandosi sui nostri nuovi piani di difesa – i più completi e ambiziosi adottati dalla fine della Guerra Fredda. L’Alleanza ha aumentato le sue forze ad alta prontezza fino a 500.000 truppe in grado di operare in tutti i domini ed equipaggiate per rispondere a qualsiasi minaccia, anche con poco o nessun preavviso. Gli alleati hanno continuato a schierare forze robuste, in posizione e in grado di combattere lungo il fianco orientale della NATO, con otto Forward Land Forces multinazionali. Steadfast Defender 2024, la più grande esercitazione dell’Alleanza in decenni, ha messo alla prova i nostri piani di difesa, con oltre 90.000 soldati schierati nel Grande Nord e nell’Europa centrale e orientale”.

Tuttavia, Rutte avverte che questi sforzi non bastano: di fronte alla possibilità che gli Stati Uniti rivedano il proprio impegno nella difesa europea, sarà necessario che l’Europa si prepari a sostenere il peso principale della propria sicurezza, sia in termini finanziari che operativi. “L’aumento della spesa per la difesa è essenziale per garantire le forze e le capacità di cui abbiamo bisogno per il rafforzamento della nostra deterrenza e della postura di difesa – sostiene Rutte -. Nel 2024, gli investimenti nella difesa sono cresciuti in modo significativo in tutta l’Alleanza. Gli alleati della NATO in Europa e il Canada hanno investito un totale di 486 miliardi di dollari nella difesa, con un aumento del 19,4% in termini reali rispetto al 2023″.

Stando al rapporto sono nove i Paesi del Patto che nel 2024 non hanno raggiunto il target del 2% del Pil in spese militari. Oltre all’Italia, che avrebbe speso 1,5% del Pil in spese per la difesa, ci sono Belgio (1,29%), Canada (1,45%), Croazia (1,86%), Lussemburgo (1,3%), Montenegro (1,71%), Portogallo (1,46%), Slovenia (1,37%) e Spagna (1,24%).

La spesa militare totale dei 32 membri dell’Alleanza equivale al 2,61% del Pil dei 32 Paesi membri, in crescita del 10,4% rispetto al 2023 (2,44%), mentre per la prima volta gli alleati europei insieme al Canada (escludendo, quindi, gli Stati Uniti), hanno raggiunto il target del 2%, con un incremento del 19,4% rispetto all’1,74% del 2023. Anche per l’Italia le spese si attestano in crescita (l’equivalente di 586 dollari (515 euro) per ogni cittadino) se comparate al 2023: +2,33% rispetto all’1,47% dell’anno precedente.

“Negli ultimi anni – conferma Rutte -, gli alleati europei della NATO e il Canada hanno aggiunto più di 700 miliardi di dollari in più per la difesa. Così facendo, questi alleati si stanno assumendo una maggiore responsabilità per la difesa e la sicurezza dell’area euro-atlantica. Dobbiamo accelerare drasticamente questi sforzi nel 2025: sarà essenziale investire molto di più” per colmare il gap tecnologico e capacitivo rispetto ai rivali strategici.

“Dobbiamo rivitalizzare la base industriale della difesa in tutta l’Alleanza e investire massicciamente nella nostra capacità di innovare e produrre, su scala e in velocità. Mentre i bilanci della difesa continuano a crescere, la nostra industria transatlantica deve tenere il passo. I nostri avversari e concorrenti si sono attrezzati per la competizione, la coercizione e la difesa e potenzialmente per un conflitto. Dobbiamo rafforzare la nostra capacità industriale di difesa per affrontare questa sfida e preservare la pace. La NATO – sostiene il segretario generale – ha svolto un ruolo attivo collaborando con l’industria, promuovendo la cooperazione tra gli alleati, sostenendo la sicurezza della catena di approvvigionamento dei prodotti essenziali per la difesa e facilitando un approvvigionamento più collettivo delle capacità critiche necessarie per i piani di difesa, anche in settori quali le munizioni terrestri da combattimento e la difesa aerea e missilistica. Dobbiamo accelerare esponenzialmente il nostro lavoro per sostenere una base industriale transatlantica della difesa più forte, più resiliente e innovativa”.

Particolare enfasi viene data al sostegno all’Ucraina. Rutte ribadisce che si tratta non solo di un dovere morale, ma anche di un’esigenza strategica: un’Ucraina sconfitta equivarrebbe a una minaccia permanente ai confini della NATO.

Per questo motivo, il rapporto sottolinea l’importanza della continuità negli aiuti militari, nella fornitura di munizioni e sistemi di difesa aerea, e nei programmi di addestramento e interoperabilità. La resilienza ucraina, afferma Rutte, è anche una cartina di tornasole della credibilità dell’intera Alleanza.

“Il sostegno della NATO all’Ucraina è rimasto forte nel 2024, mentre la guerra della Russia è proseguita per un terzo anno. Gli alleati hanno impegnato oltre 55 miliardi di dollari in assistenza militare per aiutare l’Ucraina a costruire una forza in grado di difendersi dalle aggressioni oggi e di scoraggiarle in futuro, con il 60% degli aiuti provenienti dagli alleati europei e dal Canada. La NATO ha portato avanti il suo ampio programma di cooperazione con l’Ucraina, che spazia dall’innovazione della difesa allo sminamento. Ha istituito il NATO Security Assistance and Training for Ukraine (NSATU), con sede in Germania, per coordinare i contributi alleati in assistenza alla sicurezza e fornitura di supporto militare. La NATO e l’Ucraina hanno inoltre istituito il Centro congiunto di analisi, formazione e addestramento NATO-Ucraina (JATEC) in Polonia, per continuare a imparare gli uni dagli altri e aumentare la nostra efficacia militare. Guardando al futuro, gli alleati della NATO sono uniti nel desiderio di una pace giusta e duratura in Ucraina”.

Mark Rutte non guarda solo all’Europa: il suo orizzonte va oltreà “Il 2024 ha visto un crescente allineamento strategico e una cooperazione pratica tra Russia, Repubblica Popolare Cinese (RPC), Iran e Repubblica Popolare Democratica di Corea, anche attraverso il dispiegamento di migliaia di truppe nordcoreane in Europa. Questa sconsiderata escalation illustra i legami tra le sfide alla sicurezza nelle aree euroatlantica e indo-pacifica e sottolinea l’importanza di lavorare con i partner, anche nell’Indo-Pacifico. Inoltre, le ambizioni e le politiche coercitive di Pechino continuano a sfidare gli interessi, la sicurezza e i valori degli alleati e rappresentano una sfida sistemica alla sicurezza dell’area euro-atlantica. In questo contesto di minacce interconnesse e di crescente competizione strategica, la NATO ha continuato a investire per aumentare la resilienza alleata e collettiva delle infrastrutture critiche e delle catene di approvvigionamento essenziali per la difesa. Questo lavoro è importante per assicurarci di poter meglio prevenire, contrastare e rispondere a sabotaggi, operazioni informatiche malevole, coercizione economica e altre campagne di destabilizzazione condotte contro di noi. Per questo motivo, nel gennaio 2025 abbiamo lanciato “Baltic Sentry”, una nuova attività militare per rafforzare la presenza della NATO nel Mar Baltico e migliorare la capacità degli alleati di rispondere agli atti di destabilizzazione”.

Altro tema rilevante è il cambiamento climatico, trattato per la prima volta in modo organico all’interno del rapporto. L’impatto climatico viene descritto come un moltiplicatore di minacce che aggrava instabilità regionali e crea condizioni operative sempre più complesse.

La NATO ha avviato misure per integrare la variabile ambientale nella pianificazione strategica, ma riconosce che si è solo agli inizi. Infine, il rapporto rivela un’Alleanza determinata ma ancora vulnerabile sul piano politico.

La coesione interna è sollecitata da fattori divergenti: pressioni economiche, incertezze transatlantiche e la necessità di conciliare il rafforzamento militare con il mantenimento del consenso interno.

Il 2025 sarà, secondo Rutte, un anno cruciale: o l’Europa rafforza la propria capacità autonoma di deterrenza e difesa all’interno della cornice NATO, oppure rischia di trovarsi impreparata davanti a una crisi futura che potrebbe esplodere anche senza preavviso. “Dipendono la nostra libertà e la nostra prosperità”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

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