La Corte d’Assise di Teramo ha condannato Di Rocco per il delitto alla stazione ferroviaria del novembre del 2023: 92 coltellate di rabbia dopo tanti anni di segregazione in casa. Ma per il perito è capace di intendere e volere
TERAMO – E’ stato condannato a 14 anni per omicidio volontario, con l’aggravante del vincolo di parentela, Francesco Di Rocco, il 48enne teramano che il 20 novembre del 2023, uccise con 92 coltellate il padre Mario, ex capostazione, nella loro abitazione al piano superiore della stazione ferroviaria di viale Crispi, a Teramo.
Oggi la sentenza da parte della Corte d’Assise di Teramo, che ha riconosciuto le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti. La Corte ha accolto la richiesta di condanna formulata dalla Procura.
In aula, Di Rocco ha raccontato le angherie del padre nei suoi confronti fin dall’infanzia. Nonostante dalla perizia psichiatrica non sia emersa l’incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti, è stato accertato un disturbo della personalità con tratti aggressivi derivanti dal contesto di violenza psicologica e di isolamento a cui il padre lo costringeva. Anche il pm aveva chiesto per l’uomo 14 anni di reclusione.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Federica Benguardato, ha annunciato ricorso in appello dopo la lettura delle motivazioni che saranno depositate entro tre mesi: “Francesco non voleva uccidere ma solo ferire il padre e lo ha sempre sostenuto e ribadito anche in aula davanti ai giudici – ha detto la legale teramana -. Insisteremo con il riconoscimento dell’omicidio preterintenzionale”.
Source: Emmelle Notizie