Nomine Rai, Fuortes propone Maggioni per il Tg1 e Sala al Tg3. Sangiuliano resta al Tg2

Monica Maggioni al Tg1, Gennaro Sangiuliano al Tg2 e Simona Sala al Tg3 con Mario Orfeo verso la direzione Approfondimento. Sono queste – secondo quanto si apprende – le proposte di nomina presentate dall’ad Carlo Fuortes ai consiglieri in vista del cda in programma domani. Alla Gr Radio e Radio Uno al posto di Sala proposto l’attuale direttore del Tg1 Giuseppe Carboni. Alla Tgr confermato Alessandro Casarin, mentre a Raisport l’indicazione dell’ad è Alessandra De Stefano al posto di Auro Bulbarelli. I curricula sono arrivati ai consiglieri di amministrazione questa mattina, entro la scadenza delle 11.30. Fra questi, a quanto apprende l’Adnkronos, c’è anche quello dell’attuale direttore del Tg3 Mario Orfeo che l’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes proporrebbe come nuovo Direttore della Direzione Approfondimento.

Le prime indiscrezioni della mattinata avevano fatto ipotizzare un rinvio del consiglio d’amministrazione. Nei giorni scorsi i consiglieri hanno chiesto a Fuortes di spiegare puntualmente i criteri in base ai quali avrebbe proposto i nomi per le direzioni delle testate giornalistiche del Servizio Pubblico così come per le direzioni di genere. Ieri nel tardo pomeriggio è arrivata da Fuortes la proposta di un incontro per questa mattina alle 9, vale a dire a due ore circa dal termine ultimo dell’invio dei curricula dei ‘nominandi’ e quindi, di fatto, a decisioni già chiuse. I consiglieri, però, a quanto apprende l’Adnkronos, ritenendosi estromessi dal ruolo di visione che nominare nuovi direttori richiede – tanto più a pochissimi mesi dall’elezione del nuovo Capo dello Stato e mentre il ministero dell’Interno a cui è affidato il delicato e cruciale compito della sicurezza incontra sensibili difficoltà – hanno declinato l’invito.

A protestare era stato anche il sindacato dei giornalisti Usigrai: “Le ricostruzioni di queste ore sulle nomine Rai descrivono un quadro agghiacciante”, si legge in una nota. “Ormai, in maniera neanche troppo velata, le nomine verrebbero decise direttamente a Palazzo Chigi. L’era dei tecnici non può giustificare strappi che rappresentano precedenti gravissimi e preoccupanti: prima il CdA a totale controllo governativo e ora addirittura le nomine decise a Palazzo Chigi. Se fossero vere queste voci si starebbe trasformando la Rai da radiotv di Servizio Pubblico a radiotv di Stato”.

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