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Lento e incerto il futuro della Pac 2014-2020

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di Giovanna Mellano
La Francia ha un nuovo ministro dell'agricoltura, è Stephane Le Foll, 52 anni, eletto nel secondo turno delle legislative, con una maggioranza del 59,45% dei voti. Su di lui "le figaro" scrive "ha ricevuto l'appoggio implicito della Fnsea (Federazione nazionale dei sindacati agricoli) a livello locale, potrà adesso dedicarsi alle questioni agricole nazionali ed europee, come il tema bollente della riforma della pac". E della politica agricola comune in questi giorni si sta delineando il futuro. Si è iniziato a Lussemburgo il 17 giugno scorso al consiglio dei ministri europei dell'agricoltura e della pesca dove si è parlato dello stato di avanzamento della riforma alla presenza anche del commissario europeo Dacian Ciolos, per continuare il 18 e il 19 a Bruxelles con la presentazione dei dossier con le controproposte per la nuova pac 2014-2020 in Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Comagri, presieduta dall'italiano Paolo De Castro. "Un lavoro lungo e complesso - ha dichiarato De Castro - portato avanti nei mesi con determinazione dai relatori per definire una politica agricola comune semplice, flessibile e al tempo stesso moderna e che sappia garantire maggiori certezze per il futuro degli agricoltori europei".
Luis Manuel Capoulas Santos (s&d), Michel Dantin (ppe), Herbert Dorfmann (ppe) e  Giovanni La Via (ppe) hanno illustrato le relazioni sulle circa 700 proposte di modifica ai regolamenti  della Commissione europea. Gli emendamenti alla proposta della Commissione europea verranno presentati a Bruxelles il 9 e 10 luglio; a settembre inizierà la discussione per arrivare tra fine settembre e inizio ottobre alla proposta di compromesso che sarà votata entro fine ottobre o inizio novembre.
Il presidente di Comagri ha poi ribadito che sarà difficile chiudere tutto l'accordo negoziale entro giugno 2013 se non si saprà l'entità delle risorse destinate alla pac nel quadro finanziario pluriennale.
Numerose e importanti le novità: si va da un più efficace ruolo della contrattualistica e delle organizzazioni di produttori, alla possibilità di ancorare i prezzi di riferimento ai margini di profitto e ai costi produttivi, fino all'introduzione di nuove misure per la gestione dei rischi e alla proroga dei regimi di contenimento della produzione per vino e zucchero. Tra gli altri anche l'emendamento che consente di 'sganciare' il cosiddetto 'greening' dal pagamento di base dal nuovo regime dei premi pac.
Intanto giungono i commenti dalle varie organizzazioni agricole. Tra queste la Fedagri-Confcooperative che nello stesso 19 giugno a Roma ha organizzato un incontro con Catania, De Castro e gli altri membri Comagri.
"Nei prossimi mesi - ha dichiarato Maurizio Gardini presidente di Fedagri-Confcooperative -  i testi andranno migliorati e messi a punto ed è per questo che le sei organizzazioni cooperative del Mediterraneo stanno già preparando un documento che invieranno a tutti i membri della Commissione agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo. Ribadiamo con forza che la sfida da vincere resta quella del mercato, della sicurezza degli approvvigionamenti e della costruzione di un sistema di produzione europeo più competitivo che solo una politica agricola basata sul rilancio degli investimenti potrà dare”.
Da Lecce, la Confederazione italiana agricoltori, Cia, riunita nella Sesta Conferenza economica con i protagonisti del mondo produttivo e i rappresentanti delle principali istituzioni europee, nazionali e locali, discute la situazione attuale e le prospettive future dell’agricoltura, accendendo un faro sulle potenzialità da perseguire e incoraggiare. Al centro della prima giornata la pac post 2013.
Poco soddisfatto della proposta della Commissione Ue per la nuova pac, si dichiara Giuseppe Politi, presidente della Cia, che ha chiesto "più equilibrio nella distribuzione delle risorse fra gli Stati membri. Il criterio non può essere solo la superficie, che si traduce necessariamente in un privilegio per Paesi e produzioni continentali a scapito di quelle caratteristiche delle agricolture mediterranee”.
L’appello di Politi ha trovato appoggio e supporto nelle parole del ministro delle Politiche agricole Mario Catania e del presidente della Comagri del Parlamento europeo Paolo De Castro, ospiti della Conferenza. Ma soprattutto le richieste avanzate dal presidente della Cia hanno incontrato la disponibilità del Commissario Ue all’Agricoltura, Dacian Ciolos, che si è detto “pronto al dialogo con Parlamento e Consiglio per una Pac equa”. Sempre Politi ha poi aggiunto che "nonostante le difficoltà contingenti e le preoccupazioni per una Pac ancora non adeguata, l’agricoltura resta uno dei comparti più vitali dell’economia dentro e fuori i confini nazionali".
Per quanto riguarda la ripartizione delle risorse pac tra gli Stati,  “Nelle proposte della Commissione per il prossimo quadro finanziario 2014-2020 sono stanziati 371,7 miliardi di euro (in termini di impegni ed a prezzi costanti 2011) a favore della spesa classica relativa alla Pac. Essa - ha sottolineato il presidente della Cia - rappresenta circa il 36% del bilancio comunitario totale, quota notevolmente inferiore rispetto al precedente periodo, 42%. Per la ripartizione degli stanziamenti della Pac tra gli Stati membri, l’Esecutivo di Bruxelles propone meccanismi di convergenza con l’obiettivo di una distribuzione più uniforme del sostegno a vantaggio degli Stati i cui pagamenti diretti sono inferiori al 90 per cento della media dell’Ue a 27. L’effetto della redistribuzione sarebbe molto differenziato tra i vari Paesi, con una penalizzazione molto forte per l’Italia, la Germania e la Francia; i maggiori vantaggi sarebbero per la Romania, la Polonia e la Spagna. Per effetto dei tagli alle risorse e della redistribuzione, il massimale dell’Italia, a valori correnti, per i pagamenti diretti passerebbe da 4,128 miliardi nel 2013 a 3,842 miliardi nel 2020, una riduzione del 6,9 per cento. La soluzione adottata dalla Commissione consolida uno dei vizi di fondo della pac: lo squilibrio del livello di aiuti tra Paesi e tra colture, con un privilegio accordato ai Paesi ed alle produzioni continentali a scapito di quelle caratteristiche delle agricolture mediterranee.
Noi chiediamo - ha concluso Politi - che la proposta di Bruxelles per la ripartizione delle risorse tenga conto della disparità del costo della vita nei diversi Paesi e, quindi, sia calcolata a parità di potere d’acquisto. Tale correzione favorirebbe condizioni di leale concorrenza attenuando gli effetti negativi connessi al sistema di calcolo adottato dall’Esecutivo Ue”.
"Un settore prioritario - secondo Politi - perché produce beni irrinunciabili, indispensabile per la sicurezza alimentare globale, un settore ricco di potenzialità che però vanno sostenute e valorizzate. Per questo, abbiamo bisogno di politiche mirate che riportino l’agricoltura al centro dell’agenda del Paese, per un futuro di crescita e sviluppo”.

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