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Accordo su Bilancio Ue 2014-2020 e su nuova Pac

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di Giovanna Mellano
Dopo due anni di incontri e di “triloghi” tra Europarlamento, Commissione europea e Consiglio dei ministri Ue dell’Agricoltura, il 26 giugno scorso a Bruxelles è stato trovato un accordo politico per la riforma della Politica agricola comune, Pac. Il giorno seguente, il 27 giugno, anche i governi dei paesi europei hanno raggiunto l’accordo politico sul bilancio Ue 2014-2020, nonostante un iniziale blocco da parte del ministro britannico David Cameron, che aveva messo il veto alla riduzione del discusso sconto sui contributi all’Ue applicato al Regno Unito sin dai tempi della Thatcher. Cameron ha inoltre dichiarato che il Vertice avrebbe dovuto occuparsi di fare a Bruxelles quello che si sta facendo nel Regno Unito: “riportare sotto controllo la spesa e diventare più competitivi”.
Sarà comunque il parlamento di Strasburgo a sancire la definitiva approvazione di entrambi gli accordi, probabilmente subito dopo l’estate.
Il bilancio agricolo ha assegnato all’agricoltura italiana circa 48 miliardi di euro anziché i previsti 52. 
I principali cambiamenti apportati dalla riforma della Pac riguardano la definizione di agricoltore attivo, gli incentivi per i giovani agricoltori e il greening.
La qualifica di agricoltore attivo è importante per distinguere i veri agricoltori da altri soggetti che nelle precedenti Pac percepivano sussidi pur svolgendo attività che non avevano nulla a che vedere con l’agricoltura quali aeroporti, società immobiliari, circoli sportivi e altri. È quindi stata creata una lista nera per escluderli dai finanziamenti Pac.
Per i giovani agricoltori, con meno di 41 anni, si vuole incentivare l’accesso alla professione destinando il 25% in più dei pagamenti diretti per ettaro. Oltre a questo impegno, gli stati membri potranno liberamente adottare altre misure a loro favore.
Il 30% dei pagamenti diretti agli agricoltori sarà condizionato dall’applicazione, seppur graduale nel tempo a seconda delle dimensioni dell’azienda agricola, di tre regole per un’agricoltura più sostenibile ed ecocompatibile: pascoli permanenti, diversificazione delle colture e creazione di aree ecologiche.
La riforma della Pac prevede anche altre misure, tra le quali un fondo per la gestione delle crisi alimentari.
Altre questioni non sono state risolte, come il capping ovvero l’imposizione di un tetto massimo per gli aiuti diretti.
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