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Il Club di Venezia e le frontiere della comunicazione pubblica e istituzionale

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di Vincenzo Le Voci
Il Club di Venezia è giunto al 28° anniversario dalla sua fondazione, confermandosi uno dei principali attori nel campo della comunicazione pubblica, forum di orientamento e di confronto dinamico per migliorare la cooperazione tra autorità governative che soltanto pochi decenni fa, in uno scenario politico molto meno favorevole, stentavano a interagire.
Nel 1986 i fondatori del Club decisero di dar vita ad un coordinamento informale dei direttori della comunicazione istituzionale dei governi nazionali, in dialogo con gli omologhi responsabili delle tre maggiori istituzioni europee, basandosi su cinque princîpi ispiratori mantenuti integri - per utilizzare un'espressione cara ad un autorevole storico del secolo scorso, Paolo Spriano - nel corso di tre "decenni di passioni":
• far tesoro della memoria storica di strutture che a metà del XX secolo combatterono una vera e propria "guerra d'informazione", per avviare un confronto aperto alla conoscenza, al rispetto, al riconoscimento reciproco nei rapporti tra persone, strutture, competenze, stili professionali e strategie;
• confrontare attività e modelli organizzativi e concentrarsi su temi cruciali, collaborando all'insegna di un'informalità che avrebbe favorito scambi concreti, franchi, dinamici e scevri da vincoli istituzionali;
• fondare le relazioni più sui rapporti umani, personali e professionali che sulle carte e sui documenti;
• mantenere la sessione autunnale a Venezia - luogo dell’internazionalità dell’Europa, crocevia di storia, cultura e società tra nord e sud, ovest ed est del continente - e promuovere un’ulteriore sessione semestrale presso la sede di una istituzione UE o in uno degli Stati membri disponibili ad ospitare il forum condividendone impegno ed entusiasmo;
• lavorare per l’allargamento, favorendo lo scambio e il dialogo con i colleghi est-europei, in una prospettiva d’integrazione perseguita ben prima del crollo del Muro di Berlino, contribuendo per quanto possibile - come spesso ribadito dal Presidente del Club, Stefano Rolando - a "dare legittimità ed eticità alle politiche, alle competenze e alle funzioni della comunicazione istituzionale”.
Quindi il Club - nato come un circolo ristretto di colleghi funzionari di dodici Stati membri che condividevano esperienze di comunicazione (positive, ma anche complesse e talora "sofferte") dei rispettivi governi - ha visto estendere i propri orizzonti grazie ad un notevole ampliamento dell'agenda dei comunicatori pubblici, sul piano interno ed internazionale, e all'apertura ai nuovi Stati membri.
Attualmente, il Club di Venezia annovera infatti rappresentanti dei 28 Stati dell’UE, nonché Turchia, Croazia, ex repubblica jugoslava di Macedonia, Montenegro, Islanda, Serbia e Bosnia-Erzegovina, oltre alle istituzioni (Consiglio europeo, Consiglio dell’UE, Parlamento europeo, Commissione europea, Banca centrale europea) e agli organismi consultivi (Comitato economico e sociale europeo, Comitato delle Regioni).
Il Club inoltre svolge un ruolo di raccordo, avvicinamento e dialogo tra profili professionali alquanto eterogenei. Di fatto, la comunicazione istituzionale è organizzata nei singoli Paesi
secondo criteri differenti: spesso rientra nella sfera di competenze del Primo Ministro, oppure è attribuita ad un ministero (Affari esteri, o Interni, o Affari europei), o delegata ad un’agenzia o a un organismo governativo autonomo. In altre realtà nazionali, non costituisce una competenza a se stante bensì trasversale a più amministrazioni, per scelta di opportunità politica. Infine, in alcuni Paesi non è riconducibile ad alcun portafoglio della compagine governativa.
Per quanto concerne l'Italia, Membro del Club è il Dipartimento per le Politiche Europee, responsabile nazionale del coordinamento della comunicazione sull'Europa.
Fondatore e presidente onorario è Stefano Rolando, mentre il coordinamento dell'agenda è assicurato da un comitato di orientamento, composto - su base volontaria - dai direttori dei servizi di comunicazione di 7 Stati membri (attualmente, Germania, Grecia, Italia, Cipro, Lettonia, Olanda e Austria), dal sottoscritto e da un gruppo di Consiglieri, tra i quali il Presidente Stefano Rolando, il coordinatore Mike Granatt (Regno Unito) e quattro Vice Presidenti.
Come già accennato, il Club si riunisce due volte l’anno in plenaria per discutere degli orientamenti della comunicazione pubblica nazionale e relativa all'agenda europea, su tematiche come la comunicazione di crisi, le nuove tendenze della comunicazione digitale, le strategie e le campagne d'informazione su programmi o progetti specifici di interesse comune, i metodi e gli strumenti tecnologici adottati, la pianificazione e l’attuazione di progetti d'informazione pubblica di portata transnazionale e/o pan-europea.
All'interno del Club si analizzano quindi sfide politiche e strategiche a livello sia nazionale che europeo. Si condividono buone prassi e lessons learnt nel campo della comunicazione istituzionale (grandi eventi, crisi internazionali, gli attentati nella metropolitana di Londra, anti-terrorismo e anti-radicalizzazione, terremoto, interculturalismo) o della public diplomacy (ad esempio, le Olimpiadi di Atene, le elezioni presidenziali in Francia o quelle europee del 2009 e 2014, le grandi conferenze ONU sui cambiamenti climatici, l'influenza aviaria, l'instabilità nei paesi del Mediterraneo, l'impatto del Trattato di Lisbona, le nuove tendenze in materia di soft power e branding). Negli ultimi anni si è discusso anche di comunicazione istituzionale in tema di allargamento, dialogo con la società civile, inclusione sociale, ma anche di formazione e valori etici dei comunicatori.
L'ampiezza dell'agenda e il crescente impegno profuso dalle istituzioni europee nella ricerca di nuove sinergie hanno portato a un ampliamento del programma dei lavori, con workshop e seminari su argomenti entrati ormai nella dimensione quotidiana dei comunicatori pubblici.
Il Club ha dunque organizzato a più riprese incontri su varie tematiche: a) la comunicazione via internet e l’uso dei media audiovisivi interattivi, b) i social network, che costituiscono una nuova sfida anche per autorità pubbliche, organizzazioni internazionali, media, gruppi di interesse, etc., c) la cooperazione in partenariato tra istituzioni europee e Stati membri nell’ambito della comunicazione, d) la comunicazione per i giovani e nelle scuole; e) il rafforzamento delle strutture governative d'informazione e comunicazione (capacity building, con focus sul training interno e transnazionale), f) il rapporto tra i comunicatori istituzionali e i media; g) la già menzionata public diplomacy (tema attualissimo per i governi nazionali e le istituzioni, come per le organizzazioni nazionali e internazionali).
La recente sessione plenaria autunnale del Club appena conclusa (13-14 novembre), anziché aver luogo a Venezia, è stata ospitata a Roma nell'ambito delle attività del semestre di presidenza italiana di turno del Consiglio dell'Unione europea (vi era stato peraltro un precedente nel 2007, in occasione del Cinquantenario della firma dei Trattati che furono appunto firmati nella Capitale). I partecipanti hanno discusso di future prospettive di cooperazione sulla comunicazione sull'Unione europea, capacità strutturali e strategie di comunicazione governativa, relazioni tra governi e società civile (con focus sul dossier transatlantico su commercio e investimenti, "Europa per i cittadini", Anno europeo per lo sviluppo 2015, politiche di vicinato (trasparenza e propaganda) e strategie di comunicazione in materia di immigrazione e integrazione.
In prospettiva, il Club è determinato ad affrontare le nuove sfide della comunicazione con spirito critico ma propositivo, preparandosi alle nuove sfide, studiando le worst practice e relazionandosi con i vari interlocutori: ciò che nobilita e contraddistingue il lavoro di questo forum è la costante ricerca di sinergie tra gli “addetti ai lavori” del settore, condizione fondamentale per ottenere buoni risultati. Questa attitudine alla condivisione e alla convergenza programmatica in materia di comunicazione è indispensabile soprattutto in un contesto di crisi generalizzata dell'economia globale, che impone misure di contenimento e razionalizzazione di risorse e espone le autorità pubbliche ad una crisi di fiducia da parte del cittadino.
L'attività del Club prosegue nella convinzione che si affermi sempre più il principio della comunicazione istituzionale come strumento di servizio ai cittadini e non di propaganda, riconoscendo nei comunicatori pubblici il ruolo di interpreti leali verso le istituzioni ma anche verso la società. Allo stesso tempo, il Club continuerà a promuovere la condivisione di conoscenze tra le classi dirigenti, gli amministratori e gli stessi cittadini, per quanto concerne i flussi informativi sia nazionali che tra Stati e istituzioni europee, e viceversa.
Nel frattempo, come sempre si attendono “svolte comunicative” in campo internazionale in coincidenza di importanti scadenze di mandati. Il nuovo Parlamento europeo e la nuova Commissione europea dovranno affrontare compiti cruciali in campo economico, sociale, culturale, energetico, ambientale e politico e non è ammesso disattendere le attese dei cittadini. Per comunicare efficacemente, e farlo con obiettività, trasparenza e concretezza, occorre coordinarsi e promuovere quanto più possibile la collaborazione con le autorità governative responsabili per la comunicazione. Come ha sottolineato il Presidente Rolando, è evidente che l’Europa e le istituzioni nazionali hanno bisogno di una "visione prospettica", di strategie concrete e del sostegno dei media ma anche di "un’articolata, coerente, programmata, investita funzione di accompagnamento sociale dei processi di cambiamento e di integrazione", che sia anche "orientata alla partecipazione, all’ascolto, all’inclusione, secondo una moderna visione (…) che riduca al minimo la naturale autoreferenzialità di tutte le istituzioni e quindi anche di quelle europee".
 
 
 
*Vincenzo Le Voci, Segretario generale del Club di Venezia (rete degli amministratori di comunicazione degli Stati membri dell'Unione europea, delle istituzioni e dei paesi candidati all'adesione) è un funzionario del Consiglio dell'Unione europea dal 1992 e si occupa di comunicazione e trasparenza dal 2001. Attualmente lavora per l'Unità "Pubbliche Relazioni" e coordina l'agenda del Gruppo "Informazione". All'interno del Segretariato del Consiglio dell'UE (a cui è approdato nel 1992) ha consolidato la sua esperienza lavorando per la Divisione linguistica, i dipartimenti per la Formazione del personale, Ricerca e Sviluppo, Istruzione e Cultura. In precedenza, ha lavorato nella NATO come Housing Manager per l'US Air Force (1985-1991).
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