Europa - News and Society

European News Portal

  • Full Screen
  • Wide Screen
  • Narrow Screen
  • incrementa grandezza carattere
  • Default font size
  • Riduci grandezza carattere

L’11 aprile l’avvio dei triloghi per la nuova Pac 2014-2020

E-mail Stampa PDF

di Giovanna Mellano
La presidenza irlandese intende chiudere le trattative per la Politica agricola comune entro la fine del suo mandato, il 30 giugno, pertanto fino al 20 giugno sono stati programmati gli incontri interistituzionali, “triloghi”, 34 incontri tra Europarlamento, Commissione europea e Consiglio dei ministri Ue dell’Agricoltura, che inizieranno l’11 aprile prossimo. 
Per la Commissione, la riduzione degli oneri burocratici rappresenta uno degli obiettivi fondamentali e una delle sfide principali per la riforma della Pac, oltre alla creazione di un sistema di consulenza aziendale che dovrebbe contemplare condizioni da rispettare per l’ottenimento dei pagamenti diretti, le pratiche agricole benefiche per il clima e per l’ambiente, nonché il mantenimento della superficie agricola, previste dal regolamento dell’Europarlamento e del Consiglio.
La nuova Pac dovrebbe anche contribuire ad accrescere la condivisione delle scelte operate dagli agricoltori nello sviluppo sostenibile dell’attività economica delle loro aziende, con i cittadini e, rivedere l’impatto, sottostimato, del reddito agricolo e prevedere strumenti per la stabilizzazione del mercato e la riduzione del rischio.
Intanto, dalla relazione annuale sulla distribuzione dei pagamenti diretti per Stato membro, che la Commissione ha pubblicato il 22 marzo, per il 2011, risulta che in media il 20% dei beneficiari riceve circa l’80% dei pagamenti diretti, per cui è necessario puntare a una distribuzione più equa. Così la Commissione e l’Europarlamento intendono fissare per i pagamenti diretti un contributo massimo a 300.000 euro e modificare la definizione di agricoltore attivo affinché i contributi vadano a chi effettivamente produce.
La Commissione europea punta, inoltre, ad una drastica diminuzione degli aiuti diretti, il 5% circa per il 2014, in seguito alla decisione di diminuire di 800 milioni circa il bilancio pluriennale dell’Ue, presa il 7 e l’8 febbraio dai capi di Stato e di Governo. Diminuzione fortemente criticata dal Copa-Cogeca perché mette in crisi gli investimenti già programmati dagli agricoltori. “Gli agricoltori – ha spiegato Pekka Pesonen, segretario generale del Copa-Cogeca – si sono impegnati in investimenti per il 2013 senza prevedere questa ulteriore riduzione che arriva come un fulmine a ciel sereno. In una situazione in cui gli elevati costi di produzione sono appena coperti dai prezzi di mercato e la volatilità del mercato sta aumentando, questa è l'ultima cosa di cui avevano bisogno gli agricoltori e le cooperative. Il reddito degli agricoltori corrisponde alla metà del guadagno medio e molti, soprattutto nei paesi del sud, sono colpiti dall'attuale recessione economica”. 
Il 22 marzo scorso, il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania ha dichiarato che “Siamo riusciti anche a ‘disinnescare’ i possibili effetti negativi della misura relativa al greening: il nuovo assetto tripartito, che prevede l’obbligo della diversificazione delle colture sulla base delle dimensioni delle aziende in tre livelli, infatti, eviterà traumi per gli agricoltori”. “Molto importante – ha precisato il ministro – è anche il nuovo assetto previsto per i Programmi di sviluppo rurale: avremo un ‘contenitore’ nazionale all’interno del quale inserire tutte quelle misure che sarebbe illogico includere nei Psr regionali. Non meno importanti devono essere considerate la proroga dei diritti di impianto per il settore vitivinicolo e l'equiparazione delle associazioni di Organizzazioni produttive (Aop) alle Op vere e proprie”.
“Per quanto concerne l’organizzazione di mercato – ha dichiarato il ministro Catania, a margine del Consiglio europeo dei Ministri dell'agricoltura e della pesca a Bruxelles il 18 marzo scorso – l’Italia sostiene con forza l’estensione di sistemi che prevedano l’indicazione obbligatoria dell’origine dei prodotti”. 
Intanto germoglia lo scontento della gestione italiana da parte di alcuni amministratori e produttori italiani.
You are here