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Presentazione della comunicazione sulla difesa europea

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di Antonio Tajani (Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l'Industria e l'Imprenditoria)
Bruxelles, 24 Luglio 2013
 
Introduzione
L'Europa deve affrontare una grande sfida: rafforzare il suo ruolo nel mondo e la sua capacità operativa su difesa e sicurezza in tempi di rigore finanziario.
Il settore della difesa europeo gioca un ruolo fondamentale anche dal punto di vista economico, con 100 miliardi di euro di fatturato, 400.000 impieghi diretti e oltre 1 milione di posti indiretti. Molti di questi impieghi sono per personale specializzato, quali ingeneri o esperti in tecnologie di punta.
Per rilanciare la competitività di un settore cosi strategico e non delegare la propria sicurezza ad altri, l'Europa deve necessariamente unire le forze. E trovare la volontà per costruire una politica di difesa più credibile, con un mercato interno integrato e un'industria competitiva su scala globale.
Solo cosi, oltre a meglio difendere la nostra sovranità, potremmo essere più efficaci con meno soldi, e avere ricadute positive per l'innovazione e la crescita.
Come ha già sottolineato il Presidente Barroso, oggi la Commissione propone agli Stati membri delle linee d'azione che dovranno essere approvate dal Consiglio europeo di dicembre 2013.
L'obiettivo è quello di rafforzare la competitività e il funzionamento del mercato interno. Il collega Barnier vi parlerà più nel dettaglio di quest'ultimo aspetto.
Per migliorare il contesto in cui operano industria e PMI, dobbiamo eliminare gli ostacoli che ancora limitano in una dimensione essenzialmente nazionale gli sforzi d'innovazione, ricerca e definizione di standard.
Ad esempio, attualmente in Europa vi sono 16 diversi tipi di fregate, rispetto all'unico modello utilizzato dagli USA e, ben 17 linee di produzione per carri armati rispetto alle 2 americane. Per non parlare dei 4 diversi modelli di aeri da combattimento europei.
In questo modo l'Europa, pur avendo complessivamente più risorse degli USA, non riesce a produrre le stesse economie di scala, spendendo di più per prodotti non necessariamente superiori.
Inoltre, anche quando utilizziamo lo stesso carro armato o aereo, spesso abbiamo software o altre tecnologie diverse, che li rendono non interoperabili tra loro, con relative grandi difficoltà nelle missioni comuni europee.
Anche sulla ricerca andiamo in ordine sparso. Potenzialmente abbiamo più fondi degli USA, ma con 28 bilanci diversi è difficile avere sinergie e competere a livello globale su tecnologie sempre più sofisticate.
Necessità di agire adesso
Dobbiamo andare al di la delle due direttive capisaldi della politica europea di difesa, quella sugli appalti e sul trasferimento dei prodotti relativi alla difesa.
La Comunicazione propone di rafforzare la base tecnologica e industriale della difesa europea attraverso:
un mercato interno più efficiente e garanzie di sicurezza di approviggionamento;
un'industria più competitiva tramite standardizzazione, certificazione, migliore accesso alle materie prime e sostegno alle PMI;
maggiore accesso ai mercati dei paesi terzi;
più sinergie tra i programmi Ue di ricerca e quelli dei paesi membri e dell'Agenzia Europea di Difesa su sicurezza e difesa.
Spazio
I programmi di ricerca sullo spazio e la realizzazione dei progetti Galileo, Egnos e Copernicus hanno ricadute anche sulla nostra sicurezza.
Dobbiamo chiederci come utilizzare al meglio questa doppia natura delle applicazioni spaziali e se l'Ue debba avere una capacità di difesa propria sul modello di Galileo, prima infrastruttura fisica al 100% europea.
Conclusioni
L'Europa è in mezzo a un guado e rischia di essere travolta dalla piena se non si avvia con decisione verso la sponda di un'Europa più integrata e politica.
Avere un maggiore coordinamento nella difesa, nel pieno rispetto delle prerogative nazionali, è un passo nella giusta direzione.
Per questo è importante che il Vertice di dicembre affronti questi temi trovando la volontà per andare avanti. La Commissione farà fino in fondo la su parte.
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