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Comunicazione istituzionale antifrode e lotta alla frode

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Anche gli investigatori europei devono saper comunicare perché l’Europa della legalità batta l’internazionale del crimine.

di Alessandro Butticé (Capo dell'Unità Inchieste OLAF-A3, Commissione Europea - Bruxelles)
É un grande onore per me inaugurare questa rubrica di Argilnews dedicata all’Unione Europea, dopo che nel novembre del 2009 ho lasciato la direzione della Comunicazione e la funzione di portavoce dell’Ufficio Europeo per la Lotta alla Frode, l’OLAF,  per tornare all’attività operativa. Ma lasciando l’unità comunicazione dell’OLAF, non ho lasciato il mondo della comunicazione, e in particolare l’OAFCN, la Rete dei Comunicatori Antifrode dell’OLAF , perché ho accettato con piacere la richiesta dei suoi membri di rimanerne parte, quale membro ad honorem della rete. 
All’ultimo seminario della rete, che si é tenuto a Budapest nel mese di ottobre scorso, sul tema «Strategie mediatiche proattive per promuovere un messaggio anti-frode a livello europeo »  ho visto qualche volto nuovo. È il segno del ricambio continuo e necessario della rete. Ho riconosciuto però anche molti volti noti. Volti di colleghi diventati ormai amici, con i quali ho condiviso esperienze entusiasmanti nella creazione di quel laboratorio di idee e di esperienze che é l’OAFCN. E che saluto tutti con tanta simpatia anche da queste pagine.
A Budapest, per la prima volta in dieci anni, non ho parlato quale responsabile della comunicazione dell’OLAF, ma come responsabile dell’Unità OLAF-A3, cioè dell'unità indagini dell’Ufficio responsabile di un settore, quello delle spese dirette e dell’aiuto esterno, tra i meno conosciuti, dal pubblico ma anche dagli stessi addetti ai lavori. Cioè dai servizi investigativi nazionali.

L’unità A3 si occupa delle indagini dell’OLAF nel campo delle spese dirette ma anche dell’aiuto esterno dell’Unione Europea nei Paesi dell’Europa orientale, Russia compresa.
Promuovere una comunicazione proattiva nel campo delle frodi alle spese dirette, cioè in un settore così ancora poco conosciuto, e non solo al grande pubblico, é per me una sfida molto appassionante.
Appassionante sia come capo di un’unità investigativa che come comunicatore. E mi piace continuare a definirmi “comunicatore”. Non solo perché una parte del mio codice genetico professionale é ormai marcato indelebilmente da quella buona metà della mia carriera, internazionale e nazionale, consacrata alla comunicazione istituzionale, della Guardia di Finanza prima e dell’OLAF poi. Ma anche perché la “comunicazione”, come la intendo io, è oggi uno degli indispensabili talenti di cui devono disporre tutti i manager dei servizi investigativi, internazionali e nazionali, e dovrebbe far parte addirittura del talento di ogni buon investigatore. Così come sono convinto che almeno i rudimenti dell’attività investigativa debbano far parte di ogni buon comunicatore anti-frode. Dico questo perché non si può mai comunicare in modo davvero efficacie ciò che non si conosce. Questa é la ragione per cui, uno degli obbiettivi della rete, in dieci anni di vita, é stato quello di creare una cultura della comunicazione europea nella lotta alla frode ai danni degli interessi finanziari comunitari. E per permettere che i comunicatori antifrode siano un ponte tra il mondo investigativo e quello dei media e dell’opinione pubblica internazionale, compito storico della rete è anche quello di migliorare la professionalità del comunicatore anti-frode.

Aprendo questa rubrica, che sarà dedicata a temi europei, con una maggiore attenzione a quelli che attengono la cultura della legalità, e con la legalità, il rispetto delle finanze comunitarie, che sono anche le tasche di tutti i cittadini europei, non voglio ripetermi in cose scritte in altre occasioni, anche se deterring fraud by informing the public, cioè prevenire la frode informando il pubblico, il motto della nostra rete, significa fare della pedagogia collettiva, ed in pedagogia, a volte, come dicevano gli antichi, repetita juvant.

Vengo quindi al tema del mio intervento a Budapest: “La prospettiva investigativa per una strategia mediatica proattiva nel campo delle frodi alle spese dirette dell’UE ».

Come detto all’auditorio sul bordo del Danubio, non aspettatevi ricette rivoluzionarie, perché molti dei nostri lettori, come la maggior parte dei cittadini europei, ma anche degli stessi funzionari dell’UE, non sanno neppure cosa siano le «spese dirette» dell’Unione Europea. Cioè quei finanziamenti comunitari e quelle spese di funzionamento che, a differenza dei finanziamenti erogati attraverso organismi nazionali o locali, quali ad esempio gli aiuti all'agricoltura, i fondi strutturali, gli aiuti alle esportazioni, ecc., sono erogati direttamente dalle Istituzioni comunitarie. 
Ciò significa che in tale campo le istituzioni comunitarie sono in prima linea, sia nel pagamento che nella scoperta delle eventuali frodi. E senza una strettissima collaborazione tra i servizi di audit delle istituzioni comunitarie, l’OLAF e, quando vi sono violazioni penali, le autorità investigative e giudiziarie nazionali, i frodatori possono vivere vita tranquilla. Nessuno si accorgerà delle loro malefatte.
Negli ultimi 10 anni i finanziamenti riguardanti le spese dirette si sono triplicati, rappresentando oggi
circa il 10% del Bilancio Europeo: e questo bilancio é destinato ad aumentare.
Una fetta importante di queste spese, ad esempio, é costituita dai fondi destinati alla ricerca, che oggi é un tema di grande attualità non solo in Italia, ma in tutta l’Unione Europea. 
Data la loro tipologia particolare, i programmi di ricerca dell'Unione europea sono molto complessi. Da tale complessità nascono inevitabilmente rischi di frodi, spesso caratterizzate da reti di persone che, negli
anni, sono riuscite ad accaparrarsi indebitamente, senza cioè alcun beneficio per la collettività e per lo
sviluppo del nostro sistema economico e industriale, ingenti finanziamenti.
Ma spese dirette sono anche quelle che finanziano l’istruzione, la formazione e la cultura (ad esempio i programmi Erasmus e Socrates). Ma anche i Fondi per le Tecnologie avanzate, i fondi per la protezione dell'ambiente, i progetti di formazione, e quelli per la creazione di joint venture. Inoltre sono da includere nelle spese dirette anche gli strumenti finanziari destinati all'Assistenza di Pre-Adesione all’Unione Europea e tutti gli appalti della Commissione e delle altre Istituzioni comunitarie.
Sono spese dirette anche i corrispettivi pagati per gli esperti esterni e persino per l’organizzazione di
seminari quale quello di Budapest. L’organizzazione di un seminario implica una spesa diretta, perché
é finanziato direttamente dalla Commissione.
Nel mio intervento mi sono limitato a dare un cenno su quello che ho iniziato a fare, poco più di un anno di attività presso la mia nuova unità, per cercare di applicare nel campo investigativo, da capo dei miei
investigatori, quegli insegnamenti che tutti i membri della rete OAFCN hanno avuto e ricevuto in dieci anni di comunicazione anti-frode.
Innanzitutto ho cominciato a sensibilizzare il mio staff sul fatto che anche l’attività d’inchiesta é comunicazione. L’attività investigativa dell’OLAF, come quella della maggior parte dei servizi investigativi, si basa su rapporti e verbali, riassunti poi in rapporti finali d'inchiesta. Ma cosa sono i rapporti e i verbali, che poi devono essere vagliati da altre autorità, amministrative o giudiziarie, nazionali o internazionali, se non dei complicati esercizi di comunicazione degli elementi oggettivi riscontrati nel corso dell’attività di indagine?
Come per ogni esercizio di comunicazione, se il messaggio non é formulato in modo chiaro, convincente, e basato sulla nota formula di chiare risposte alle cinque W e una H (Who, What, When, Why, Where and How), anche la migliore indagine rischierà di essere cestinata o archiviata, perché non compresa, dalle autorità giudiziarie e amministrative che devono vagliare i nostri rapporti.
Così come la migliore indagine, presentata da un ottimo rapporto che le permetta di essere coronata dal meritato successo in ambito giudiziario, non susciterà alcun interesse nel pubblico se non sarà accompagnata da un efficacie comunicato stampa e da una chiara e professionale azione di comunicazione verso il grande pubblico.

Ecco quindi il punto d'incontro, dal punto di vista comunicativo, che secondo me unisce un buon investigatore ed un buon comunicatore istituzionale. 

L’investigatore deve essere capace di comunicare, col linguaggio dei diversi destinatari dei suoi rapporti (autorità giudiziarie o amministrative, nazionali e internazionali), i fatti constatati, spesso molto complessi e tecnici, in modo chiaro e comprensibile. 
Il comunicatore antifrode deve essere capace di comunicare, col linguaggio dei destinatari variegati delle sue azioni di comunicazione (ad esempio, i diversi segmenti del grande pubblico, internazionale, nazionale e regionale), i risultati investigativi del suo servizio, in modo chiaro e comprensibile.

Per i responsabili della comunicazione istituzionale il linguaggio da utilizzare é molto variegato. Non solo quello scritto, ma anche quello televisivo, quello elettronico, quello radiofonico, e quello delle nuove tecniche di comunicazione globale.
Per gli investigatori, lo strumento principale della comunicazione resta quello scritto, ma a volte, meno frequentemente per gli investigatori dell’OLAF che per quelli nazionali, anche quello verbale, nelle aule dei tribunali.
É per questo che una delle mie prime azioni di sensibilizzazione alla comunicazione dei miei nuovi collaboratori é stata quella di attirare la loro attenzione sulla necessità di curare la qualità della redazione dei loro rapporti, non solo dal punto linguistico, ma anche dal punto di vista dello stile comunicativo.
É un esercizio molto difficile, quando si considera la difficoltà della materia ed il fatto che i rapporti dell'OLAF debbono essere spesso scritti in lingue che non sono la madre lingua degli investigatori. Ma questo é il nostro compito, e dobbiamo cercare di assolverlo nel migliore dei modi. 
Oltre ai corsi di formazione standard già esistenti alla Commissione, dal titolo “fight the fogh”, che aiutano a scrivere in modo più chiaro in tutte le corrispondenze amministrative, ho chiesto ed ottenuto per i miei collaboratori l’organizzazione di un corso ritagliato sulle necessità operative della mia unità. 
Anche se lo scritto resta lo strumento principale della comunicazione di un investigatore dell’OLAF, sempre più nei rapporti e nei verbali, ma anche nelle aule giudiziarie, prende importanza la testimonianza fatta con mezzi audio visivi. I colleghi italiani ricorderanno, nel periodo di “Mani Pulite”, al Tribunale di Milano, nei primi Anni Novanta, le requisitorie tecnologiche, fatte dai Pubblici Ministeri anche attraverso esposizioni dei fatti contestati agli accusati attraverso presentazioni audio visive altamente tecnologiche.
Il lavoro in questo campo é ampio e anche lungo. I miei nuovi colleghi all’inizio mi guardavano come un marziano: parlare di comunicazione a degli investigatori? Alcuni avranno sicuramente pensato che era il prezzo che dovevano pagare per avere un Capo Unità che per molti anni aveva fatto il portavoce. Col tempo, e grazie al fatto che, a causa della mia ormai non più giovanissima età, prima di avere fatto il portavoce e il capo della comunicazione per quasi un decennio, avevo alle spalle svariati anni di lavoro investigativo nazionale e internazionale, che mi hanno consentito di essere tra gli attori della creazione dell’OLAF, ho fatto leva su una politica di comunicazione che si fonda anche sulla lenta incisività anche nei materiali più duri della “goccia d’acqua”, comincio non solo a sperare, ma anche a vedere qualche risultato. E spero di vederne di migliori in un prossimo futuro, attraverso l’incremento della qualità dei nostri rapporti, che significherà incremento dei nostri già positivi risultati.
Assieme all’obiettivo del miglioramento della qualità dei rapporti, ho messo anche l’accento sulla necessità di pensare, sin dall’inizio di ogni indagine, alla possibilità, un giorno, di doverne rendere conto al pubblico. 
Anche questo é un esercizio complesso. Fatto di sensibilizzazione e allenamento.
Per i casi più delicati, una bozza di Line to Take con la stampa é stata messa a disposizione dei portavoce, dell’OLAF e del Commissario Semeta, responsabile della lotta alla frode.  Se una crisi investigativa, con aspetti mediatici esplode, non é possibile che si parta da zero per sapere ciò che si può, non si può o si deve dire al pubblico. É necessario che a questo ci si pensi per tempo. Al fine di mettere i portavoce nelle
condizioni di proteggere o valorizzare nel giusto modo il lavoro investigativo.
Ma come comunicare e, attraverso la comunicazione, prevenire la frode attraverso l’informazione del pubblico, in questo settore sinora molto misconosciuto?
Come appena detto, la prima azione che ho attuato é stata quella di sensibilizzare il mio personale al fatto che anche gli investigatori, quando redigono i loro rapporti, devono pensare ed applicare le più elementari tecniche di comunicazione.
In secondo luogo ho richiesto quello che, da portavoce, mi attendevo dalle unità operative: pensare sin dall’inizio di ogni attività investigativa, seppure nel noto rispetto assoluto delle leggi e dei diritti di tutti, che é stato un mantra della mia linea di portavoce dell’OLAF, all’aspetto comunicazione, interna ed esterna.
Ogni esercizio di informazione richiede una preparazione sin dalla fase investigativa. Raccogliere e custodire gli elementi positivi che un giorno, quando non ci saranno più problemi legali che ne ostacolino la diffusione, potranno essere eventualmente utilizzati dai portavoce dell’OLAF, della Commissione o da quelli dei servizi investigativi nazionali per presentarli al pubblico.
Ho poi utilizzato le prime opportunità che si sono presentate nell’ambito della rete. Parlando con la brava Reneta Nikolova, Presidente del Club dei Giornalisti Bulgari contro la corruzione, ad esempio, quando stava progettando un video documentario sulla lotta alla frode, sono forse stato talmente convincente sulla pericolosità delle frodi in materia di spese dirette, che Reneta ha voluto mettere in cantiere, attraverso il Club dei Giornalisti contro la Corruzione,  un documentario incentrato anche su questo fenomeno.
Tale documentario é stato presentato ad un seminario per giornalisti bulgari e diffuso in diversi Paesi Europei. Chi ha avuto modo di vederlo, ha potuto scoprire i rischi che si celano dietro queste frodi, che sottraggono denaro alla collettività. Frodi che possono essere scoperte e combattute solo se si può contare su una stretta cooperazione tra gli auditori e gli investigatori, dell’OLAF e dei servizi nazionali. Quella della collaborazione tra gli auditori e gli investigatori é qualcosa di nuovo e mediaticamente molto importante. Pensate alla crisi finanziaria internazionale partita da Wall Street, ed alle critiche della mancanza di effettivo controllo. Non pensate che questo sia qualcosa che meriti di essere mediatizzato e portato alla conoscenza dell’opinione pubblica internazionale?
Una nuova cultura di comunicazione proattiva nel campo della lotta alle frodi in materia di spese dirette ho cercato poi di supportarla e fondarla anche attraverso una nuova identità visiva dell’unità. In tale contesto, seppure con mezzi artigianali, ma utilizzando le risorse e l’inventiva di tutti, compresa una brava stagista che ha passato qualche mese con noi, ho voluto realizzare una prima presentazione della nostra unità.
Sottolineando appunto che, a differenza di quanto accade in altri settori, quali l'agricoltura, i fondi strutturali e le dogane, le frodi/irregolarità riscontrate in questi campi non sono oggetto di controllo da parte delle autorità degli Stati Membri. Ciò evidenzia l'esclusività e l'importanza del lavoro svolto dall'unità A3 e riflette la professionalità della nostra squadra. E la necessità di trovare, quando necessario, il supporto investigativo degli Stati Membri.
Ho poi voluto mettere l’accento sul fatto che l'unità si compone di un team che comprende 17 differenti nazionalità e 15 diverse estrazioni professionali. La mia unità come un'orchestra, nel senso che, pur provenendo dalle più varie esperienze professionali, siamo comunque armonizzati nel nostro lavoro: sfruttiamo al meglio i nostri diversi talenti culturali e la nostra esperienza di settore.
17 diverse nazionalità, 15 profili professionali: un'unica orchestra … 
I risultati non si sono fatti attendere, grazie al lavoro del mio staff, alla buona collaborazione intrattenuta con la mia vecchia unità, l’unità comunicazione, ma anche con alcuni membri della Rete.
Alcuni problemi di collaborazione operativa che appena arrivato esistevano con paesi quali il Regno Unito e la Svezia, ad esempio, si sono risolti velocemente grazie anche al supporto che ho immediatamente ricevuto dai miei amici della rete. Sono certo che alcune delle indagini che abbiamo in corso, daranno all’OLAF, ma anche a diversi colleghi della rete di mettere presto in valore i successi di questa collaborazione, in un settore sinora poco conosciuto.
Prima di concludere, voglio ricordare che il mio intervento a Budapest ha seguito e preceduto quelli di due colleghi che hanno trattato il tema della lotta al contrabbando internazionale di sigarette. Ai nostri lettori, così come ai più giovani membri della rete, ho ricordato e ricordo che il contrabbando di sigarette, quando l’OLAF é stato creato, nel 1999, era un tema quasi impraticabile dal punto di vista mediatico. Mi sono appassionato, assieme ad alcuni colleghi della Rete, e a qualche grande giornalista come paolo Di Giannantonio, che sono stato contento di rivedere a Budapest, a fare sì che la lotta al contrabbando internazionale di sigarette diventasse, come oggi é, uno degli argomenti più sexy, mediaticamente, della lotta alla criminalità internazionale. Con i risultati che son oggi sotto gli occhi di tutti. Attraverso l’informazione e la mediatizzazione proattiva di tale fenomeno pericolosissimo, siamo riusciti a fare della prevenzione effettiva. Ciò rende ulteriore merito alla memoria di Franz-Hermann Bruener, il primo Direttore Generale dell’OLAF, un grande Magistrato, che proprio un anno fa ci ha lasciati, sconfitto da un’incurabile malattia, ma che ha voluto e sostenuto con energia, sino agli ultimi istanti della sua vita esemplare, tale rete. 
Pensiamo al fatto che con un solo container di sigarette di contrabbando l'UE e gli Stati Membri perdono ben 2,5 Milioni di Euro. Questa cifra, da sola, rappresenta più de doppio di quanto è stato speso per l'OAFCN in quasi dieci anni di attività …
Ed é per questa ragione che, su mia proposta, quale membro della giuria del Premio italiano Addetto stampa dell’anno, per il 2010 il premio « comunicare l’Unione Europea » é stato assegnato al  Prof. Gerard Dubois, portavoce di organizzazioni internazionali contro il tabagismo, il quale ha già avuto modo di collaborare con l’OAFCN.
Ecco, finita una sfida nel campo dell'informazione come prevenzione, assieme  ai membri della Rete, e da oggi, me lo auguro, anche assieme ai lettori di questa nostra rubrica, dal novembre 2009 ne ho iniziata un’altra. Quella di attirare l’attenzione sui rischi che si celano dietro finanziamenti diretti dell'UE. Che devono arrivare ai legittimi destinatari, per l’interesse della nostra crescita economica e sociale. E non devono andare nelle mani dei criminali. 
Sono certo che, con l’aiuto dei cittadini e dei nostri lettori, in stretta collaborazione con i colleghi della mia
vecchia unità, e con l’aiuto dei giornalisti di buona volontà, l’attività dei miei investigatori e dei servizi nazionali sarà accompagnata da u ‘adeguata azione di sensibilizzazione del pubblico.
Prevenire la frode informando il pubblico, anche nel campo delle spese dirette dell’Unione Europea.
Spese finanziate con i soldi dei cittadini europei.
Che meritano essere protetti in tutti i modi. Anche attraverso una comunicazione più proattiva. Ed é anche con questo spirito che avviamo questa rubrica.


Riferimenti: 

  http://ec.europa.eu/anti_fraud/index_it.html
  http://ec.europa.eu/anti_fraud/olaf-oafcn/it.html
  http://ec.europa.eu/anti_fraud/olaf-oafcn/seminars/budapest_en.html
  http://ec.europa.eu/commission_2010-2014/semeta/index_en.htm
  http://www.nenakorupciata.org/en/

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