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Difesa Europea

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Audizione di Antonio Tajani,Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l’Industria e l’Imprenditoria alle Commissioni riunite Difesa, Esteri, Affari europei del Senato e della camera dei deputati

Roma, 12 Settembre 2013
Introduzione
Vi ringrazio per questo incontro che mi permette di illustrarvi il lavoro della Commissione europea nel settore della Difesa in vista del vertice europeo che si terrà il prossimo 19 dicembre e che, per la prima volta, sarà interamente consacrato a questo importante dossier.
“Il mondo" come ha affermato il Presidente Barroso, "ha bisogno di un’Europa in grado di inviare missioni militari, per stabilizzare e riportare la pace nelle zone di crisi”. Appello reiterato ieri per una difesa più integrata nel discorso sullo Stato dell'Unione.
La protezione dei dati personali, dell'attività diplomatica, delle transazioni finanziarie, delle infrastrutture energetiche o di trasporto, sono elementi essenziali per la nostra sicurezza collettiva quanto la lotta al terrorismo, alla pirateria, al traffico di esseri umani o alle organizzazioni criminali transnazionali.
Possiamo tutelare meglio i nostri interessi nazionali da queste minacce globali soltanto varando una vera politica europea di sicurezza e di difesa.
Non partiamo da zero. Dal 1999 l'Europa ha condotto 27 operazioni esterne, di cui 15 tuttora in corso in Mali, Somalia, Iraq, Bosnia, Congo e Atalanta: esperienze che ci hanno ricordato la necessità di procedere per gradi.
Nondimeno, oggi dobbiamo porci la domanda: il coordinamento fra Paesi europei, la capacità di pianificazione e di anticipazione, la messa in comune di mezzi, sono sufficienti? La risposta purtroppo è no.
Per una vera Politica di Sicurezza e Difesa comune (PSDC), pilastro della Politica Estera e di Sicurezza, serve un approccio più europeo.
Al vertice di fine anno i Capi di Stato e di governo dovranno, dunque, affrontare una grande sfida: rafforzare il ruolo dell'Europa nel mondo e la sua capacità operativa in tempi di rigore finanziario.
Il settore della difesa Ue ha un ruolo fondamentale anche dal punto di vista economico: 96 miliardi di euro di fatturato (2012), 23 miliardi di export (2011), 400.000 posti di lavoro diretti e oltre 1 milioneindiretti. E si tratta spesso di lavoratori altamente qualificati. L’Italia fattura oltre 10 miliardi e occupa circa50mila addetti.
La ricerca nella Difesa fa da volano a settori strategici quali elettronica, spazio o aviazione. Molte tecnologie di uso civile, - il microonde, la navigazione satellitare o internet, sono nate proprio dalla ricerca militare.
Il consolidamento fiscale e la crisi hanno portato, purtroppo in tutta Europa, a tagli sostanziali, in particolare alla Ricerca & Sviluppo. Questo aggrava una situazione su cui già pesano frammentazione del mercato e scarsa cooperazioni tra Stati.
Dal 2001 al 2010 i bilanci della difesa europei sono passati da 251 a 194 miliardi, mentre quelli dei Paesi emergenti sono aumentati in misura significativa. Gli stanziamenti per la ricerca sono scesi a 9 miliardi, mentre gli USA spendono 7 volte.
Siamo, altresì, ancora ben lontani da un vero mercato unico della Difesa. L'80% degli appalti é confinato in ambito nazionale. Gli eserciti utilizzano prodotti con standard diversi, spesso non compatibili fra loro. Basti pensare che l'Ue ha 16 tipi di fregate (gli USA solo uno), 17 linee di produzione per carri armati (rispetto alle 2 americane) e 4 diversi modelli di aerei da combattimento.
Anche quando gli eserciti utilizzano gli stessi tipi di mezzi, questi non riescono a interagire tra loro per software o altre tecnologie diverse, con relative grandi difficoltà nelle missioni comuni europee.
In questo modo l'Europa non riesce a essere efficace e a produrre economie di scala. Al contrario,spende di più per prodotti non necessariamente superiori.
Per rilanciare la competitività di un settore così strategico e non delegare la propria sicurezza ad altri, dobbiamo, dunque, necessariamente unire le forze. E, trovare la volontà per costruire una politica di difesa più credibile, con un mercato interno davvero integrato e un'industria competitiva su scala globale.
Solo così potremmo difendere la nostra sovranità, essendo al contempo più efficaci e risparmiando decine di miliardi, con maggiori ricadute su innovazione e crescita.
La Comunicazione del 24 luglio
Il 24 luglio la Commissione europea, ha adottato la Comunicazione “Verso un settore della Difesa e della Sicurezza più concorrenziale ed efficiente” che punta a rafforzare la competitività, il funzionamento del mercato interno e la cooperazione tra Stati membri.
Vi sintetizzo le principali linee, articolate in 4 capitoli.
1 - Verso un Mercato interno della Difesa
La prima priorità è potenziare il mercato interno della Difesa e, in particolare, assicurare piena applicazione alle due Direttive UE su trasferimenti dei prodotti e Appalti. Quando sono state applicate in maniera effettiva, le regole esistenti hanno già avuto importanti ricadute in termini d’efficienza e apertura del mercato. Continueremo, dunque, a monitorarne l'applicazione.
La comunicazione tocca, anche, il tema degli investimenti stranieri nelle industrie europee con tecnologie e brevetti rilevanti per il settore. Pubblicheremo un Libro verde consultando le parti interessate, esplorando anche l'opzione di un sistema di monitoraggio europeo.
2 - Politica industriale più attenta alla Difesa
Per un'industria della difesa più competitiva, con economie di scala, dobbiamo puntare su standardizzazione, certificazione, migliore accesso alle materie prime e sostegno alle PMI.
In collaborazione con l’Agenzia Europea della Difesa (EDA) e gli Stati vogliamo istituire un meccanismo per l'elaborazione di norme europee specifiche per prodotti e applicazioni militari, garantendo al contempo un'adeguata gestione delle informazioni sensibili.
Basandoci sull’esperienza civile dell'Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea vogliamo valutare la possibilità di istituire un sistema Ue di certificazione dell’aereo navigabilità militare per ridurne i costi.
Le PMI svolgono un ruolo centrale nelle complesse catene di approvvigionamento della Difesa. Sono, tuttavia, più vulnerabili ai tagli e hanno più difficoltà a fare leva sull’export per compensare il calo della domanda interna.
Intendiamo, quindi, usare tutti gli strumenti a favore delle PMI, come ad esempio la Rete Impresa Europa, in particolare per avviare partenariati che favoriscano il trasferimento tecnologico. Esamineremo anche i modi per promuovere clusters regionali e transfrontalieri, tra settori civili, della difesa e centri di ricerca.
Puntiamo su un accesso sostenibile e intelligente alle “materie prime critiche” per la Difesa, nel quadro della nostra strategia europea e del relativo Partenariato per l’Innovazione sulle Materie Prime.
3 - Maggiori sinergie Militare-Civile
Un terzo cantiere consiste nel rafforzare le sinergie tra settori civile e militare. Si può fare molto di più per assicurare vantaggi reciproci tra politiche della Difesa e applicazioni in campo civile.
Una prima svolta concreta è offerta da una cooperazione tra programmi di ricerca civile e quello dell'EDA, nei settori del cosiddetto “duplice uso” (dual use).
La comunicazione apre inoltre a sinergie tra progetti di ricerca per le Tecnologie abilitanti fondamentali e quelli sulla Sicurezza nel quadro di Orizzonte 2020.
Tuttavia, Orizzonte 2020 è rivolto esclusivamente alle applicazioni civili, per cui intendiamo esaminare altre vie per sostenere la ricerca nei settori connessi alla difesa.
Stiamo promuovendo l'uso di standard ibridi per prodotti con applicazioni sia militari che civili, passo essenziale per dare un vantaggio competitivo alle imprese europee. Nel 2012 abbiamo già pubblicato una "norma ibrida" relativa ai sistemi radio definiti dal software. Prossimi candidati, le norme sul rilevamento e sul campionamento di eventi chimici, biologici, radiologici e nucleari, i requisiti di aereo navigabilità e le norme sulla condivisione dei dati.
I programmi di ricerca sullo spazio e la realizzazione dei progetti Galileo, Egnos e Copernicus hanno ricadute anche sulla nostra sicurezza.
La Commissione intende contribuire a raggruppare la domanda militare e commerciale nel settore della sicurezza, in relazione alle comunicazioni satellitari (SATCOM). Lavoreremo con l'Agenzia della Difesa e il Servizio d’azione esterna allo sviluppo della nuova generazione di comunicazioni satellitari militari, di proprietà statale, nonché della capacità ad alta risoluzione.
Esamineremo la possibilità di sostenere le capacità militari critiche. Sebbene ciò rientri nelle competenze nazionali, riteniamo che la Commissione possa dare un contributo anche in questo campo. Disponiamo di una lunga esperienza, ad esempio con l’agenzia Frontex incaricata della protezione delle frontiere esterne dell’Unione.
4 - Coerenza tra politiche UE e nazionali
Un quarto tema è quello della coerenza e convergenza tra politiche della Difesa e altre politiche UE.
Ad esempio, le forze armate europee sono interessate a ridurre i consumi energetici. Questo interesse coincide perfettamente con gli obiettivi “20-20-20” che spingono l'industria verso maggiore efficienza e sostenibilità.
Anche per i prodotti della Difesa dobbiamo promuovere un accesso effettivo ai mercati terzi, nell'ambito di una politica commerciale meno ingenua e attenta alla reciprocità.
Position paper di Italia, Spagna e Portogallo
In occasione del Consiglio informale Difesa tenutosi a Vilnius nei gironi scorsi gli Stati membri hanno espresso sostegno per la nostra iniziativa
Due settimane fa, inoltre, Italia Spagna e Portogallo ci hanno trasmesso un“Position paper” sul rafforzamento della politica europea di Difesa. Il Ministro Mauro, e i suoi omologhi di Madrid e Lisbona, hanno concordato sull’urgenza di accrescere visibilità, impatto e operatività della strategia europea.
I progetti (civili) europei SESAR e Galileo, ad esempio, vengono presi a modello dagli stessi Ministri di Italia, Spagna e Portogallo come strumenti di futura “convergenza tra interessi militari nazionali e interessi industriali”.
In particolare, SESAR - il sistema unico per la gestione del traffico aereo europeo - offre opportunità di sviluppare, con successo, maggiori sinergie tra settori civili e militari, consentendo vaste economie di scala.
Conclusioni - Ora la Comunicazione è all'esame degli Stati membri e del Parlamento europeo.
A breve la Commissione presenterà anche la sua strategia per meglio garantire la sicurezza marittima globale, finalizzata anche a contrastare l'emigrazione clandestina e la pirateria.
Premesso che la Commissione non presenterà nuove iniziative legislative in materia di Difesa, la prossima scadenza è fissata per il 27 novembre, data in cui avrà luogo il Consiglio formale Difesa in Lussemburgo, al quale parteciperò come responsabile della Comunicazione.
Successivamente, soprattutto sulla base degli esiti del Consiglio europeo del 19 dicembre, prepareremo un Piano d'azione più dettagliato.
Anche questo passo sarà compiuto, come gli altri, in piena cooperazione con gli Stati membri, l’Agenzia europea della Difesa (EDA) e il Servizio d’azione esterna (SEAE), attraverso un meccanismo di dialogo permanente.
La Commissione continua, dunque, a fare la sua parte. Dal vertice europeo di dicembre ci attendiamo risposte lungimiranti, adeguate alle sfide che affrontiamo.
Siamo in mezzo a un guado e rischiamo di essere travolti dalla piena se non ci avviamo con decisione verso la sponda di un'Europa più integrata e politica. Un maggiore coordinamento nella difesa, nelrispetto delle prerogative nazionali, è un passo necessario nella giusta direzione.
Se è vero che, citando il Vicepresidente Joe Biden, l'Europa resta indubbiamente una "pietra angolare" della strategia di sicurezza USA, sappiamo che gli alleati americani hanno ormai altre priorità strategiche, in particolare nel Pacifico; e che ci esortano apertamente ad assumerci maggiori responsabilità e a ripartire meglio l'onere in seno all'Alleanza atlantica.
Nel cantiere aperto per un'Europa più politica – che mi auguro possa portare un giorno agli Stati Uniti d'Europa – dobbiamo, quindi, lavorare anche per una difesa più integrata. E spero che questo tema, insieme alla costruzione di una governance economica più efficace e di una banca europea che guardi anche alla disoccupazione, figuri tra quelli delle prossime elezioni europee.
Un'Europa politica, costruita a partire dalla difesa, è stata uno dei grandi disegni di Alcide De Gasperi.
Sono sicuro che l’Italia vi coglierà l’occasione di interpretare il ruolo da protagonista che le compete, sia come Paese fondatore dell’Unione, sia come potenza manifatturiera all’avanguardia nel settore della Difesa.
Rivolgo un plauso al lavoro svolto dall'Italia. Oltre al Position paper del Ministero della Difesa, è italiana anche la proposta “More Europe”, che incoraggia il consolidamento dell'acquis della Difesa, un maggiore sostegno alle PMI e più sinergie civile-militare.
Signori parlamentari,
sono sicuro che continuerete a mantenere una forte attenzione, in vista del Consiglio europeo.
Anche grazie alla sua esperienza nei progetti di cooperazione europea nel settore, l’Italia può assicurare un forte valore aggiunto alla creazione di una Difesa europea moderna, adatta alle sfide del XXI secolo.
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