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Bucarest, la capitale delle contraddizioni

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Una città tra la miseria del passato e lo slancio verso un futuro da capitale europea. Il fascino particolare di una città che mantiene intatti i segni di un passato di povertà

di Lorenzo Pisoni
Sbarcare a Bucarest significa arrivare in un melting pot di usi diversi. Il clima austero di una città che mantiene intatti i segni di un passato di povertà, mescolati ad un presente tutto da scoprire. Bucarest è una capitale protesa verso il futuro, che deve ancora fare i conti con un passato che le ha lasciato grandi ferite.
La città appare con edifici ciclopici su un ponte che li lega al passato e al futuro. 
Ciò che impressiona di Bucarest sono le sue  contraddizioni. Modernità e tecnologia fanno i conti con arretratezza culturale e miseria. Tanti infatti i mendicanti che si incontrano per le strade, alla ricerca di qualcosa con cui sfamarsi per la giornata. Moltissimi anche gli zingari, a cui va detto bisogna stare molto attenti. A tal proposito è consigliabile non isolarsi mai, specie nei quartieri più a rischio come Lipscani, vestire in maniera discreta e non tenere mai in mostra oggetti tecnologici e di valore, fotocamera digitale e simili. 
A Bucarest il numero di mendicanti e senza fissa dimora è tre volte maggiore rispetto al nostro paese e, nonostante questo, tutti i palazzi sono dotati di un sistema digitale di citofoni. 
I rumeni sono ancora poco aperti alla figura dello straniero. E' assai raro vedere passeggiare un turista con al collo una macchina fotografica ed anche quando c'è, le persone sono così intente a vivere la vita di ogni giorno, con i propri pensieri quotidiani, che passa inosservato. 
In generale la popolazione è molto fredda e distaccata, quasi per rimanere coerenti con le temperature rigide degli inverni dell'Est. 
Capita così che i cittadini stessi vivano immersi ancora nel passato, incapaci di apprezzare le cose positive di Bucarest. I trasporti sono molto efficienti, forse anche più di quelli italiani. L'intera rete è funzionale ed economica, con una buona ramificazione di metropolitane. Sono ben 4 le linee che raggiungono anche le zone più periferiche della città. Il servizio è piuttosto efficiente, anche se ha la pecca di interrompersi alle 23.30 (anche in Italia però è così). Per sopperire però si può tranquillamente far uso dei taxi. Trovarne uno non è affatto difficile: l'attesa non supera mai i 5 minuti e per di più sono anche molto economici. Una corsa di 10 minuti non viene mai a costare più di 6 LEI, che corrispondono a poco più di 2 euro. 
Già il dato sul costo del taxi può far capire come il costo della vita sia davvero irrisorio. Un abbonamento per una settimana per la metro costa solo 7 LEI ovvero 2 euro. L'acqua viene venduta in bottiglie da 5 litri e costa solo 0,80 cent di euro. Le birre nei locali o nei supermercati costano poco più di 1 euro. L’ingresso nei locali per le donne è gratis, per gli uomini costa appena 3 euro. E se siete amanti della cultura potrete girare per i musei, spendendo pochi euro per visitarne uno. 
La scarsa apertura al diverso la si riscontra anche quando si tratta di interagire da un punto di vista linguistico con delle persone adulte. E' raro infatti trovare rumeni che parlino l'inglese. Questo, unito all'innata inospitalità, rende spesso un'impresa farsi capire, anche all'interno del più semplice dei negozi. Per restare coerenti alle contraddizioni, i giovani rumeni invece conoscono molto bene l'inglese e non è raro trovare ragazzi che parlino e comprendano bene lingue latine come l'italiano e lo spagnolo (il ceppo è lo stesso). E' interessante notare come la cultura in generale sia molto simile a quella italiana, forse anche perché nei confronti del nostro paese c'è una sorta di venerazione. 
La freddezza dei rumeni sembra scomparire nei locali. 
Bucarest è comunque una città dove l’antico si adatta al moderno. Ed ecco che l’ex residenza di Ceusescu, è divenuto il parlamento della nuova Romania.
Comunque sia, Bucarest  merita di essere scoperta.
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