Europa - News and Society

European News Portal

  • Full Screen
  • Wide Screen
  • Narrow Screen
  • incrementa grandezza carattere
  • Default font size
  • Riduci grandezza carattere

Gianni Pittella: un Lucano doc al vertice del Parlamento Europeo

E-mail Stampa PDF

di Alessandro Butticé
Nato a Lauria cinquantatre anni fa, padre di due figli, laureato in medicina e chirurgia, specialista in medicina legale e delle assicurazioni, innamorato della politica come passione civile sin da giovanissimo, l'On. Gianni Pittella è oggi il Vice Presidente Vicario del Parlamento Europeo, oltre che Presidente della Delegazione italiana nel Gruppo PSE e membro della segreteria nazionale del PD.
Uno stacanovista che smentisce gli stereotipi sulla scarsa presenza dei parlamentari italiani negli emicicli di Strasburgo e Bruxelles, è da sempre un europeista convinto.
L'on. Gianni Pittella ha sostenuto la creazione della rete dei comunicatori antifrode dell'OLAF(OAFCN) , sin dal 2004  partecipando alla prima tavola rotonda sulla comunicazione antifrode .
Nella sua qualità di vertice italiano al Parlamento Europeo, Argilnews lo ha voluto intervistare.

Onorevole Pittella, da 12 anni al Parlamento Europeo, di cui oggi è il Primo Vicepresidente. Come vede il futuro dell'Unione Europea in uno scenario internazionale non proprio roseo?

La crisi dei mercati finanziari che ha messo in fibrillazione prima il sistema del credito e poi dei debiti sovrani ha paradossalmente reso evidente l'esigenza di avere una politica economica comune ma anche la tentazione dei paesi a tripla A di ''mollare'' il fardello degli Stati più indebitati. Sono tendenze che vanno convogliate in una prospettiva di ripresa della crescita che tenga conto dell'occupazione soprattutto giovanile, del reddito delle famiglie  e della difesa del welfare.

Cosa pensa debba e possa fare l'Italia per rilanciare gli ideali più nobili del processo di costruzione europea?

L'Italia in questi anni ha ridotto la sua iniziativa europea, con un governo affascinato dalla visione da ''piccola patria'' e di autosufficienza, venata di xenofobia, di un partito determinante per la tenuta di Berlusconi come la Lega nord. Tocca alla società civile, all'Europa dei popoli rappresentata in Parlamento a Strasburgo e a Roma  in questo momento difficile rilanciare e praticare l'ideale europeista che non è mai stato così concretamente attuale dal dopoguerra.

Come valuta il lavoro della rete dei comunicatori antifrode dell'OLAF (OAFCN), soprattutto nell'ambito della tavola di discussione creatasi tra mondo investigativo e associazioni giornalistiche internazionali e nazionali?

La collaborazione internazionale che sta crescendo grazie anche al lavoro di un gruppo ben determinato e fornito di promotori sul piano della comunicazione è un'attività  preziosa su cui si deve puntare con ogni sforzo e si affianca allo sviluppo del lavoro comune che unisce ormai gli Stati sul piano investigativo. La massima  tutela dei risparmiatori e dei consumatori in particolare, settore nel quale l'Unione europea è il principale punto di riferimento normativo e culturale, richiede in questo momento una moltiplicazione di iniziative che ci permetta di adeguarci alle nuove minacce emerse nei mercati internazionali.

Argilnews si propone anche di approfondire, sul piano nazionale, i temi della legalità e dell'informazione in Europa, in modo ragionato e mai gridato. Quale consiglio si sente di dare alla nuova rivista on-line per contribuire a riavvicinare l'Unione Europea ai cittadini italiani?

Una volta, davanti agli atteggiamenti più qualunquistici si reagiva ricordando che se non ci si occupa di politica la politica comunque si occupa di te. Ecco, oggi potremmo utilizzare il vecchio e sempre attuale adagio in molte circostanze, sostituendo alla parola ''politica'' l'Europa. Circa l'80% della legislazione applicata in Italia è di derivazione europea. Credo che dovremmo far prendere consapevolezza ai cittadini di questa realtà coinvolgendoli in un'informazione concreta, agganciata alle tante questioni reali di cui le istituzioni Ue si occupano tutti i giorni e scopriremo che l'Europa ci cammina costantemente accanto e ognuno di noi può contribuire al suo governo.

L'Italia è  spesso indicata  dai media quale una delle capitali della frode in Europa. Da Parlamentare europeo, crede che la percezione che traspare dai media corrisponda alla realtà?

No, e' uno stereotipo culturale e di costume, le frodi alla legislazione comunitaria, che io conosco meglio, non hanno confini, si ruba in Olanda come in Germania e in Francia. C'è però un altro fattore aggravante che mette l'Italia in cattiva luce ed è la carenza di controlli. Nonostante gli sforzi della magistratura e delle forze dell'ordine, che vantano reparti di eccellenza in questo campo, lo Stato in generale non ha a disposizione risorse e mezzi adeguati, mentre la legislazione presenta lacune spesso colpevoli, per non dispiacere qualche corporazione.

L'Europa appare spesso un po' troppo lontana dagli interessi reali dei cittadini. Argilnews, come lei, sa che non è vero. Ma come deve essere spiegata l'Europa alle nuove generazioni per recuperare lo slancio ideale che oggi sembra essersi un po' offuscato?

Dobbiamo ricominciare a parlare di valori e di principi fondanti, la vera, grande risorsa dell'Unione europea e i giovani capiranno. Solidarietà, pace, giustizia, uguaglianza, diritti civili, diritto al lavoro e a una vita dignitosa: sono queste le parole che le giovani generazioni vogliono vedere realizzate in ogni atto e pronunciamento dell'Europa. Quanti sanno, per esempio, quando si discute di libertà religiosa, razzismo, xenofobia che il motto dell'Ue e' ''Uniti nella diversità”?

Nell'ambito della rete dei comunicatori antifrode dell'OLAF è stata promossa, qualche anno fa, la produzione di serie televisive o di film sull'OLAF e la collaborazione europea. Perché sinora non si è ancora vista una bella serie televisiva tipo Commissario Rex che metta in valore il lavoro che decine di migliaia di funzionari europei  fanno da più di mezzo secolo al servizio dei cittadini?

Sarebbe un bellissimo tema per una produzione tra le televisioni europee, cofinanziata dall'Ue.

Qual è il ruolo di un Parlamento Europeo senza essere il vero legislatore?

Era vero fino al gennaio del 2009, con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona la situazione e' profondamente cambiata a favore dell'assemblea di Strasburgo, il Parlamento è diventato organo co-legislatore insieme al Consiglio europeo e questo ci ha permesso di influire significativamente sulle scelte della UE in questi mesi, ma molto c'e' ancora da fare per superare a volte la contrapposizione di interessi su grandi temi tra i rappresentanti eletti dai cittadini, che spesso scelgono a larga maggioranza e i governi.

Perché nei Palazzi pubblici italiani la bandiera europea è sempre esposta, mentre non è sempre il caso negli altri Stati membri? Non pensa che anche i simboli, quali la bandiera, possano aiutare a costruire l'identità  europea?

L'Italia è un paese fondatore della Ue e la coscienza europea nelle nostre istituzioni e nella pubblica amministrazione e' profondamente radicata. In altri paesi avviene il contrario e il nazionalismo prevale non solo sulle facciate ma anche nelle politiche. E' evidente che c'è ancora molto da costruire perché tutti si sentano senza riserve cittadini europei.

Lei è noto come uno dei parlamentari italiani più attivi e presenti a Bruxelles. Perché molti dei suoi colleghi che rappresentano il nostro Paese in Europa sono tra i più assenti dai lavori parlamentari? Non è forse anche colpa di un sistema elettorale che li obbliga a stare sul territorio per essere rieletti, distraendoli dai lavori europei?

Devo riconoscere che il Trattato di Lisbona ha portato una ventata di novità anche per questi comportamenti, il peso del singolo europarlamentare nelle scelte è aumentato con la codecisione che ha portato il Parlamento Europeo al centro del dibattito politico, molti enti rappresentativi delle realtà economiche, sociali, culturali del nostro paese ormai si rivolgono direttamente nella loro azione di ''lobbying'' agli organismi europei dove come dicevo ormai si assumono decisioni molto incisive per l'attività nei singoli paesi.   Il sistema elettorale attuale è l'unico oggi in Italia che consente ai cittadini  l'elezione diretta dei propri rappresentanti e questo ha avuto l'effetto di selezionare gruppi parlamentari di prim'ordine.

Da parlamentare europeo di lungo corso, pensa davvero che l'Italia meriti i tanti luoghi comuni che la caratterizzano? E cosa pensa debbano fare, gli italiani tutti, indipendentemente dagli schieramenti, per migliorare l'immagine del nostro Paese all'estero?

Gli altri europei non formano la loro opinione diversamente da come facciamo noi. Siamo per lo più immersi nella nostra quotidianità e nei problemi nazionali, ci si informa poco e su quel poco che attingiamo dall'estero ci formiamo delle idee sugli altri che spesso sono degli stereotipi. E' chiaro che in questo contesto è importantissima la massima cura in tutti i comportamenti che possono facilmente finire in una prima pagina di un giornale o di un telegiornale e che possono marchiare nell'immaginario collettivo un'intera nazione. In questa ottica il nostro governo non sta certo dandoci una mano, anzi...
You are here