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Antonio Tajani: Un giornalista e autentico italiano comunicatore ai vertici della commissione europea

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di Alessandro Butticé
Giornalista parlamentare e conduttore del giornale radio 1 Rai, già responsabile della redazione romana del Giornale, prima di diventare portavoce del Presidente del Consiglio dei Ministri nel Primo Governo Berlusconi, e poi deputato Europeo dal 1994 al 2004, Antonio Tajani è oggi Vicepresidente della Commissione Europea e commissario responsabile di Industria ed imprenditoria. Figlio di un ufficiale, nel suo curriculum vitae, sul sito della commissione europea , sottolinea la sua esperienza professionale di Ufficiale dell’Aeronautica militare italiana, alla quale si sente ancora oggi onorato di appartenere.
Cinquattotto anni, sposato con due figli, ha vissuto tra Parigi, Bologna e Roma, ma appena può cerca di tornare a Fiuggi, Ferentino, a Frosinone, a Montecassino e in altre città della sua Ciociaria, per partecipare a tutte le iniziative che riguardano lo sviluppo economico e culturale di quella che considera la terra delle sue radici. 
Che è anche la terra di Argil. Antonio Tajani, europeista per fede, e non solo per professione, ci ha rilasciato un’intervista, che pubblichiamo per i nostri lettori.
Vice Presidente Tajani, con lei, un giornalista italiano si trova ai vertici dell’esecutivo dell’Unione Europea. Come vede, da Bruxelles, il mondo dell’informazione?
Quanto a professionalità, preparazione e presenza ai lavori delle Istituzioni europee, i giornalisti italiani non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi stranieri. Se parliamo, invece, dell'attenzione che le testate italiane riservano agli affari comunitari, ritengo che si possa fare di più. Spesso bisogna sfogliare molte pagine prima di trovare le notizie internazionali o europee. Su questo non siamo un buon esempio per gli altri. Soprattutto se consideriamo che l'Italia è uno dei Paesi fondatori dell’Unione Europea.
Argilnews è un prodotto giornalistico on-line in cui si mescolano linguaggi e temi diversi: informazione, attualità, eventi culturali, arte e spettacolo, inchieste, approfondimenti, sezioni specifiche su argomenti legati alla comunicazione pubblica e alle nuove tecnologie. Ma si propone anche di approfondire, sul piano nazionale, i temi della legalità e dell’informazione in Europa, in modo ragionato e mai gridato. Quale consiglio si sente di dare alla nuova rivista on-line per contribuire a riavvicinare l’Unione Europea ai cittadini italiani?
Una testata che, a quanto ho potuto vedere, si contraddistingue già per un solido spirito europeista. Abbiamo bisogno di rafforzare il sentimento di appartenenza all’Unione Europea. Esperienze come quella di Argilnews non possono che fare bene. All’Europa ma anche, e direi soprattutto, all'Italia.
La legalità è un tema nobile, ma anche di grande importanza. E non solo in Italia, ma in tutto il continente. Ma a volte è un termine che rischia di essere inflazionato o superficiale. Cos’è la legalità? È sentirsi parte di un sistema e rispettarne le norme, le leggi, quei principi che stanno alla base dei nostri sistemi democratici. Come diceva Winston Churchill, "la democrazia è la peggiore forma di governo, a parte tutte le altre che sono state provate". L’Unione Europea si basa sulla democrazia, dalla quale è nata. Democrazia che, non dimentichiamolo mai, è sempre stata una conquista. Non crediamo che sia qualcosa che esiterà sempre e a prescindere. Dobbiamo guadagnarla, conservarla, difenderla. Giorno dopo giorno. Chi critica troppo l’Unione Europea dimentica questo fatto fondamentale. Che Unione Europea è significato soprattutto democrazia, pace e prosperità in un continente dilaniato, nel passato non troppo remoto, da guerre fratricide e dittature. E non c’è pace, non c’è democrazia, nel lungo termine, se non c’è anche legalità. Ecco il consiglio che mi sento di dare ad Argilnews: ricordate ai vostri lettori, soprattutto ai più giovani, che Unione Europea significa, soprattutto, mantenimento della pace e della democrazia.
Come valuta il lavoro della rete dei comunicatori antifrode dell’OLAF (OAFCN), soprattutto nell’ambito della tavola di discussione creatasi tra mondo investigativo e associazioni giornalistiche internazionali e nazionali?
Ho letto la pubblicazione “Prevenire la frode attraverso l’informazione dei cittadini”, edita dall’OLAF. E l’ho trovata molto interessante. L’accordo siglato dall’OAFCN e dalla Federazione Internazionale dei Giornalisti è qualcosa di unico al mondo. Ne sono soddisfatto, non solo come Vicepresidente della Commissione Europea, ma anche come giornalista. E mi congratulo con lei, che ne è stato l’ideatore e l’animatore per quasi un decennio, e con tutti i membri della rete. È un modo moderno di parlare di Europa e di legalità in Europa. Ricordare a tutti che i soldi che vengono a Bruxelles non arrivano da un pianeta di una altro sistema solare. Vengono dalle tasche dei cittadini contribuenti. E chi ruba all’Europa, ruba al suo vicino di casa. Ma la rete è anche un modo di trovare un giusto equilibrio, nel reciproco rispetto tra mondo dell’informazione e mondo investigativo. Penso che l’Italia debba mettere più in pratica i messaggi lanciati dalla rete, soprattutto quando si parla di rispetto dei diritti di tutti: cittadini lettori e spettatori, cittadini vittime, cittadini giornalisti, cittadini investigatori e così via. So che non è facile. Ma il laboratorio di idee e di confronto che si è creato con la rete mi sembra un’ottima cosa per provarci.
Oltre che quella di giornalista, il suo passato professionale comprende anche un’esperienza di ufficiale nelle Forze Armate italiane, peraltro anche quale “figlio d’arte”, visto che suo padre era un ufficiale che ha prestato diversi anni di servizio all’estero. Come giudica il ruolo delle forze Armate italiane, e in particolare della Guardia di Finanza, che è il corpo militare italiano più rappresentato all’interno della Commissione Europea, a Bruxelles?
È vero, sono molto legato al mio passato di ufficiale dell’Aeronautica Militare, non meno di quello, successivo, di giornalista. Le Forze Armate sono oggi un giusto vanto del nostro Paese anche fuori dei confini nazionali. Ovunque siano, i nostri militari si fanno apprezzare, per professionalità, ma anche per umanità. Penso che rappresentino l’anima migliore del Paese. Forze Armate figlie della Repubblica. Lo stile dei nostri militari, servitori dello stato silenziosi, come devono esserlo, e difensori della Costituzione è un bell’esempio per i giovani del nostro Paese. La Guardia di Finanza è il corpo militare più rappresentato a Bruxelles. La difesa delle finanze comunitarie, ma anche quello di una grossa parte dei confini europei é la ragione principale. E la Guardia di Finanza, che dopo la Guardia Costiera americana dispone della più grande flotta aereo navale di polizia al mondo, assieme a tutte la altre Forze Armate e ai Corpi armati dello Stato, sta fornendo un grande servizio al nostro Paese e all’intera Unione Europea. Non se ne parla abbastanza sulla stampa italiana. 
L’Italia, spesso stereotipo di “Frodopoli” anche ai danni del bilancio comunitario dispone però di strutture investigative di polizia e giudiziarie all’avanguardia a livello europeo, e non solo. Pochi però lo sanno, come pochi sanno che l’Italia è il Paese di grandi investigatori quali Joe Petrosino, e non solo di Al Capone. Come lo spiega, da giornalista e da vertice delle istituzioni europee?  
Gli stereotipi non aiutano. Gli eroi italiani quali Petrosino, Giovanni Falcone e i tanti caduti nella lotta alla criminalità ed al terrorismo sono meno conosciuti, in Europa e nel mondo, di italiani che hanno disonorato il nostro Paese con i loro gesti criminali. E forse è anche un po’ colpa nostra. Di noi italiani, che a volte sappiamo farci male da soli come nessun altro al mondo. Ma m’inorgoglisse sapere che all’Accademia dell’FBI di Quantico, in Virginia, c’è un busto dedicato a Giovanni Falcone, e viene mostrato a tutti i visitatori.
La cronaca e l’analisi giornalistica europea lancia molti gridi d’allarme per la competitività industriale europea nello scenario mondiale. Quale pensa sia la strada da intraprendere per il rilancio dell’industria europea?L'Europa necessita di una nuova rivoluzione industriale. Il primo passo, al quale mi sono adoperato sin dall'inizio del mio mandato, è stato quello di rimettere l'industria manifatturiera e le Piccole e Medie Imprese al centro delle nostre politiche economiche. Troppo a lungo le nostre agende sono state dominate dalla finanza e dalla cosiddetta economia virtuale. Ecco perché, lo scorso 28 ottobre, ho presentato la Comunicazione per la nuova politica industriale europea, nell'era della globalizzazione, nel quadro più ampio della strategia per la crescita 'Europa 2020'. Uno dei principi base è che tutte le iniziative e le misure intraprese a livello europeo devono considerare e contenere, in primo luogo, un'attenta analisi del loro impatto in termini di competitività. Inoltre, tra le azioni concrete su cui mi sono concentrato in qualità di Commissario all'Industria, figurano l'adozione della direttiva sui ritardi di pagamento, nonché la creazione di un forum permanente per migliorare l'accesso al credito a favore delle imprese, in particolare delle PMI.
Argil, come ben sa, è il nome di un frammento di cranio ritrovato nel 1994 in uno strato di argilla nei pressi di Ceprano, datato a circa 400.000 anni fa: uno dei più antichi fossili umani europei conosciuti. Considerando le sue origini ciociare, cosa pensa di fare per far conoscere in Europa questo primato che vanta la sua regione, cioè quello di essere la patria del più antico uomo europeo?
Innanzitutto non mancherò di ricordarlo ai miei colleghi in Commissione. Poi sarò disponibile a divulgare questo importante reperto preistorico proveniente dalla mia regione. In virtù del nuovo Trattato di Lisbona, mi è stato conferita anche la responsabilità, del tutto nuova, delle politiche europee del Turismo. Stiamo facendo molto su tale fronte. Lo scorso 30 giugno ho presentato il documento che fissa le principali azioni in materia, tra cui degli specifici strumenti e programmi per valorizzare il turismo regionale, rafforzando competitività e sostenibilità di questo comparto vitale per la nostra economia.

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