Europa - News and Society

European News Portal

  • Full Screen
  • Wide Screen
  • Narrow Screen
  • incrementa grandezza carattere
  • Default font size
  • Riduci grandezza carattere

Europa: bilanci, giudizi, manovre ed euro

E-mail Stampa PDF

di Gino Falleri
Forse sarà un caso, ma taluni autorevoli giornali britannici trovano oltremodo interessante, e non da oggi, occuparsi dei nostri problemi e dei comportamenti pubblici e privati di chi ci governa. I giudizi formulati non sono dei migliori, anche perché non ci hanno mai valutato in maniera equa. Per dare valore all’affermazione può essere utile ricordare un episodio legato al secondo conflitto mondiale, che raramente è comparso sui giornali. Ce ne sono pure degli altri. Si allaccia allo scontro navale di Capo Matapan del marzo 1941, nel corso del quale la Squadra navale di Angelo Iachino ha incassato una sonora  sconfitta con la perdita di cinque navi e 2.303 marinai caduti. E’ un brindisi nelle ovattate stanze di Bletchley Park in onore di Marvis Lever, una  decrittatrice, per aver saputo mettere in chiaro un messaggio che avrebbe poi consentito alla Mediterranean Fleet di rovesciare una pioggia di fuoco  sulle navi italiane. Un brindisi con cinque bottiglie di Champagne per il successo inglese e la sconfitta degli italiani. E quando si festeggia i  giudizi possono anche essere ingenerosi. La libertà di stampa è sacra, costituisce un diritto fondamentale e ci mancherebbe altro contestarla, comunque secondo le regole deontologiche deve  essere obiettiva. Non a senso unico e per partito preso. Non possono essere sempre gl’italiani sotto tiro. Possono esistere anche altri argomenti, e ci  sono, altrettanto interessanti, che meriterebbero di essere portati a conoscenza della gente ed approfonditi. E’ indispensabile che chi vota sappia come  stanno le cose.
E’ lui il titolare del diritto di essere informato e di informarsi. Il primo potrebbe essere la rivolta dei ragazzi europei per le gravi condizioni in cui si trovano. Il loro avvenire è oltremodo oscuro. C’è un moto di  ribellione che serpeggia ovunque nei confronti dei governi. La disoccupazione è quanto mai alta e guidano la classifica, redatta dal settimanale Der  Spiegel, Spagna, Grecia e Slovacchia. La percentuale dei senza lavoro tra i giovani europei di 15-24 anni va dal 44,4 della Spagna al 6,9 dei Paesi  Bassi. Il secondo riguarda il Belgio, sede delle maggiori istituzioni dell’Unione europea. Da oltre un anno è senza governo, non si intravede alcuna via  d’uscita e  nello stesso tempo soffia un forte vento di scissione. Le tensioni tra fiamminghi e valloni si accentuano sempre di più. Infine la Libia  ancora sotto le bombe della Nato ed il no a Frattini per un corridoio umanitari.
Eventi poco presi a riferimento dall’informazione nazionale. Riferisce, ma non approfondisce. Non vuole bavagli. Preferisce altri temi. Il gossip, il  belusconismo, le intercettazioni telefoniche, su cui si intessono inchieste giudiziarie, e i diktat se per caso il governo avesse l’intenzione di varare  norme che meglio tutelino la privacy di chi non ha niente a che fare con le inchieste. E’ stato dato giustamente spazio alla crisi che sta investendo la Grecia, alle manifestazioni di protesta per le misure di austerità imposte dal governo  per cercare di riportare i conti pubblici a livelli meno drammatici e alla  crisi dell’euro. Senza adeguate misure di austerità ad Atene niente aiuti da  parte dell’Unione, che non ha tralasciato di chiedere alle nostre autorità informazioni sulla manovra in programma per rientrare nei parametri.  Soprattutto in considerazione che Pdl e Lega, sindacati compresi, sollecitano una riforma fiscale e una possibile riduzione delle tasse per dare impulso  ai consumi. Per rimettere in moto l’economia e far crescere il Pil.
I settori dove intervenire sono già indicati dal Governatore della Banca d’Italia. Rilancio e tasse sono temi su cui si stanno confrontando un po’ tutti  con posizioni non univoche. Non sottolineano che la legge sul federalismo sta mostrando i suoi veri aspetti. Consente di aumentare l’imposizione locale,  già di per se onerosa. Le province hanno aumentato l’imposta sulla Rc auto. L’hanno portata al 16 per cento. Per avere di ritorno che cosa?
Sempre sui nostri conti non ha mancato di intervenire, con sospetta tempestività, Moody’s, l’agenzia americana di rating. Ha fatto sapere che sono sotto  osservazione e potrebbe anche esserci un declassamento. Poi ha rincarato la dose affermando che sono oggetto di controllo alcune banche e qualche  contraccolpo in borsa c’è stato. Nelle sedi che contano non mancano gl’interrogativi su quale sarà il prossimo paese sotto attacco finanziario e,  soprattutto, se l’euro sopravviverà. La previsione è che saremo noi. C’è solo da chiedersi quando accadrà.
La manovra in cantiere dovrebbe essere di oltre 40 miliardi, spalmata fino al 2014. La più onerosa negli ultimi due anni. Dove calerà la scure del Ministro Tremonti non è facile da dirsi. Ci sono delle ipotesi, anticipazioni e non poche fibrillazioni all’interno della compagine di governo. Oscar  Giannino ha indicato nel numero 27 del settimanale Panorama alcune spese che potrebbero essere tagliate per ridurre la pressione fiscale. Altre sono  state suggerite da un gruppo di esperti bipartisan. Un dato è incontestabile. L’Italia, rispetto agli altri paesi dell’Unione, spende troppo per la  politica e per chi è stato rappresentante del popolo. In periodi di austerità, quando si chiedono sacrifici, tutti devono concorrere e i primi a dare il buon esempio dovrebbero essere i politici. Siamo tutti uguali, così afferma la Costituzione. Su questo settore sarà difficile intervenire.
Nel campo della “politica” si ha l’impressione che poco o niente sia mutato dal giorno in cui è uscita “La Casta”, il libro scritto da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. Per rendere più appropriata l’idea di quanto incide il sistema politico in genere, è emblematico un altro libro a firma di Mario Giordano: Sanguisughe, le pensioni d’oro che ci prosciugano le tasche. Circolano anche delle cifre. Le province costano al contribuente 14 miliardi di euro, i contributi elettorali ai partiti 503 milioni, le spese per affitti degli uffici dei deputati oltre 86 milioni mentre gli sconti fiscali qualcosa come 196 miliardi.
Le cose stanno così. Sul fronte dell’informazione, indispensabile nelle società democratiche e pluralistiche, i vertici della Federazione nazionale della stampa italiana si sono fatti promotori di una iniziativa volta a chiamare in causa l’Unione europea al fine di assicurare ai giornalisti di fare il loro “mestiere” senza rischi.
Iniziativa da sostenere e va anche ricordato che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha pronunciato una sentenza sul rapporto tra fonti e  giornalisti. Rivoluzionaria. C’è ancora da ricordare che Il Consiglio d’Europa ha varato una raccomandazione sull’etica e il Consiglio dei ministri del  Consiglio d’Europa ha adottato un'altra raccomandazione sui “Principi relativi alle informazioni fornite attraverso i mezzi di comunicazione in rapporto a procedimenti penali”. Interverrà l’Unione? Forse.

You are here