Europa - News and Society

European News Portal

  • Full Screen
  • Wide Screen
  • Narrow Screen
  • incrementa grandezza carattere
  • Default font size
  • Riduci grandezza carattere

Ma la magistratura può avere un sindacato e un partito?

E-mail Stampa PDF


di Aroldo Barbieri
Il Governo Monti, che ha mostrato decisione massima nei riguardi dei proprietari di casa e dei pensionati, ovvero dei quidam de populo, in tema di liberalizzazioni si è dimostrato assai debole, concentrando la propria azione soprattutto su categorie “popolari”: autotrasporto, taxisti (ma perché prima di aumentare il numero delle licenze non cominciamo ad obbligarli a rilasciare la ricevuta fiscale?) e in genere sulle vittime del gasolio ad 1,70 al litro, incassa come una presunta sconfitta quella che è la volontà della maggioranza degli italiani, ovvero che anche i giudici paghino per i loro errori (alla faziosità di parte non c’è rimedio, se non cambiando ben più a fondo).
Il voto della Camera, favorevole ad istituzionalizzare la responsabilità civile dei magistrati, sarà corretto dal Senato (si dice), in barba alla maggioranza parlamentare, all’orientamento del popolo, alla stessa logica.
Rebus sic stantibus, infatti, la magistratura è oggi in Italia la casta per eccellenza. Nessuno assomma il privilegio di non dover rendere conto che a se stessa, di non dover rispondere dei propri errori (ne risponde in teoria lo Stato, che a sua volta può rivalersi, ma è successo solo 4 volte), di avere in Parlamento, attraverso Di Pietro, un partito dichiaratamente amico (per non parlare del PD soprattutto nella componente ex DS), di avere rappresentanze corporative, come sono i sindacati (chiamati pudicamente Associazioni).
Tanto strapotere si è concretizzato in questi anni in due principali danni: l’uso politico della giustizia e il totale fallimento della sua funzione istituzionale: il rendere giustizia al popolo in tempi compatibili.
Che augurio fare a Monti? Di essere un po’ più forte con i forti!

You are here