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Continua il dibattito politico sulla Pac 2014-2020

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di Giovanna Mellano
La riforma della Politica agricola comune iniziata con la presentazione di due documenti dalla Commissione: il Quadro finanziario pluriennale (Qfp) per il periodo 2014-20, del 29 giugno 2011, e Il pacchetto di proposte sui testi giuridici della nuova Pac, del 12 ottobre 2011, continua il suo iter nel mese di giugno quando si dovrebbero avere cifre più precise per la ripartizione tra gli Stati membri e quando, il 18 e il 19 giugno, saranno presentati alla Comagri, Commissione agricoltura dell’Europarlamento, 4 rapporti sulla riforma della Pac: 2 del portoghese Luis Capoulas Santos, sul I e II pilastro; 1 dell’italiano Giovanni La Via su finanziamento e questioni orizzontali; 1 del francese Michel Dantin sull’Ocm unica.
Nei mesi successivi sarà possibile presentare emendamenti. Con la nuova procedura di co-decisione, tra Consiglio e Parlamento (che dà più potere al Parlamento), il processo di co-decisione sarà più lungo e complicato, anche se tendenzialmente il Parlamento Ue ha meglio compreso le esigenze del mondo agricolo. “La Comagri – ha dichiarato il presidente Paolo De Castro – continuerà a lavorare affinché le vie della sostenibilità ambientale ed economica continuino a guidare la revisione di una Pac realmente efficace per i nostri agricoltori e per tutti i cittadini d’Europa”. 
Nel frattempo il 18 maggio scorso, a Washington si è tenuto il terzo Simposio annuale del Consiglio di Chicago su agricoltura globale e sicurezza alimentare dove Barack Obama ha annunciato l’istituzione della Nuova alleanza per la sicurezza alimentare e nutrizionale nel mondo, di fronte ai leader del G8, dell’Africa e di organizzazioni internazionali. Pochi giorni prima in Francia Stéphane Le Foll è stato nominato ministro dell'Agricoltura e dell'agroalimentare nel nuovo governo di François Hollande. "Occorre difendere il bilancio della Pac” ha subito dichiarato Le Foll e ha aggiunto che “Il bilancio della politica agricola dipenderà dal bilancio dell’Europa”. 
Per Mario Catania, ministro italiano per le Politiche agricole alimentari e forestali "La questione dell'agricoltore attivo è fondamentale e molto sentita nel mio Paese”, l’ha detto ai lavori del Consiglio dei ministri dell'Agricoltura e della Pesca dell'Unione europea, il 26 aprile scorso a Lussemburgo. 
All’incontro si è discusso sulla riforma della Politica agricola comune, Pac, e Michel Cretin, membro della Corte dei conti europea, ha presentato il parere della Corte sulle proposte legislative della Commissione sulla riforma della Pac al Parlamento europeo; parere, n.1/2012, che ha destato forte interesse sin dalla sua pubblicazione il 17 aprile scorso.
La Corte ha esaminato i quattro progetti di regolamento principali presentati dalla Commissione nell’ottobre 2011, e riconosce gli sforzi compiuti dalla Commissione stessa per semplificare le disposizioni della Pac ma considera il quadro normativo ancora troppo complesso. “Ritiene che permanga il rischio che, in futuro, i pagamenti possano ancora essere eseguiti anche a favore di beneficiari che non esercitano alcuna attività agricola. (…) La Corte nutre inoltre dubbi circa la possibilità di attuare efficacemente alcune delle misure proposte senza far gravare un onere amministrativo eccessivo sulle autorità di gestione nazionali e sugli agricoltori”. 
Inoltre la Corte rileva che, “in base alle stime della Commissione, la riforma proposta potrebbe comportare un incremento globale del 15 % dei costi di gestione dei regimi di pagamento diretto che verranno sostenuti dagli Stati membri”.
Tra i principali obiettivi la Pac dovrebbe perseguire, secondo la Corte, l’incremento del reddito individuale di coloro che lavorano nell'agricoltura e l’aumento della produzione agricola.
Il progetto di regolamento dispone che dal 2014 ci siano diritti all’aiuto per i nuovi agricoltori, in particolare ai giovani i che iniziano a esercitare l'attività agricola, ma la Corte teme che tale disponibilità non venga più garantita negli anni successivi.
Infine, la Corte sottolinea che “l’efficacia della riforma dipenderà anche dalla chiarezza delle ‘modalità di esecuzione’ che la Commissione dovrà elaborare. Dipenderà inoltre dalla rapidità con cui gli organismi pagatori adegueranno le procedure e i sistemi, un processo che potrebbe richiedere dai 12 ai 24 mesi dall’adozione delle disposizioni di attuazione da parte della Commissione”. 
Questo parere della Corte secondo Paolo De Castro “ci dà forza e fiducia per presentare, già a giugno, le nostre proposte di riforma che punteranno dirette alla costruzione di una Pac del futuro semplice, flessibile, in grado di gestire le emergenze e le incertezze dei mercati e indirizzata agli agricoltori professionali”.
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