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Striscia di Gaza, questa sconosciuta

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di Lorenzo Pisoni
Una piccola zona lungo la costa del Mediterraneo tra l’Egitto ed Israele: questa è la striscia di Gaza, lunga 40km e larga 10km, in cui vivono più di 1,4 milioni di Palestinesi, con una tra le maggiori percentuali di densità di popolazione al mondo.
I confini furono stabiliti nel 1948 dopo la creazione dello stato d’Israele; da allora fu occupata dall’Egitto fino al 1967 e poi passò sotto il controllo israeliano. Nel 2005 l’esercito israeliano formalmente si ritira dalla Striscia, ma di fatto continua a detenere il controllo dei confini, dello spazio aereo e di mare in base agli accordi di Oslo.
Gaza City è il centro urbano più esteso, con 400 mila abitanti, punto di riferimento commerciale ed amministrativo per tutti i territori occupati, anche se i movimenti tra la Striscia ed il West Bank sono molto limitati.
Gli altri centri più importanti sono Khan Younis (200 mila abitanti) nella parte centrale della striscia, e Rafah (150 mila abitanti) situata a sud.
La maggior parte della popolazione è composta da rifugiati fuggiti o espulsi dalle loro terre nel 1948, che vivono ancora oggi, in gran parte, negli otto campi profughi gestiti dall’ONU che sono:
Jabaliya – 106 mila abitanti circa
Rafah – 95 mila abitanti circa
Shati – 78 mila abitanti circa
Nuseirat – 57 mila abitanti circa
Khan Younis – 63 mila abitanti circa
Bureij – 28 mila abitanti circa
Maghazi – 22 mila abitanti circa
Deir el-Balah – 19 mila abitanti circa
Di questi, parte sono sorti in prossimità delle città, altri come Nuseirat e Bureij sono autosufficienti.
Una barriera di metallo costruita dagli Israeliani divide Israele dalla striscia di Gaza; inoltre vi è una zona tampone di altri 300 metri dalla parte della Striscia sempre controllata dall’esercito israeliano.
Quest'area non è riconosciuta internazionalmente come uno Stato Sovrano, ma è reclamata dall'Autorità Palestinese come parte dei Territori palestinesi. Dalla battaglia di Gaza del 2007 il governo de facto della Striscia è oggi nelle mani dell'organizzazione fondamentalista islamica palestinese Hamas.
Mentre Israele e il mondo sono impegnati con la flottiglia, i cittadini di Gaza hanno inaugurato lo scorso anno  un lussuosissimo hotel a Gaza City, con  sontuosi ingressi rivestiti di marmo e pietra, un costosissimo ristorante e una moderna piscina. Questo risponde alla nuova moda  in voga dall’anno scorso di affittare stanze sulla spiaggia. Una stanza costa 1400 NIS al giorno a famiglia e c’è una grandissima richiesta. A Rafah, ha aperto un villaggio vacanze che offre piscine e ristoranti e ha in previsione di costruire un ristorante sul mare.
La Striscia di Gaza sta conoscendo un boom nel settore turistico. A dimostrarlo, come riporta il sito web del quotidiano francese Le Monde, è la pubblicazione della prima guida turistica di Gaza, che è rivolta principalmente ai locali. Uno dei promotori di questa guida, Mohammed Alafranji, ne ha fatte stampare per il momento 11.000 copie:
"Oltre agli occidentali, anche i palestinesi hanno bisogno di spendere i loro soldi, quindi abbiamo fatto fare una guida turistica...senza turisti", spiega. “Gaza sta vivendo una rivoluzione nel settore del turismo", dice a sua volta Mohammed Al-Madhoun, ministro "della Cultura, del Turismo, delle Antichità e dello Sport" di Gaza. "L'assedio (il blocco israeliano) ha contribuito a sviluppare il turismo locale, e il suo alleggerimento ci ha permesso di concentrare le attività dei tunnel (di contrabbando, sotto la frontiera egiziana) sui materiali per le costruzioni". Il risultato, scrive Le Monde, sono le boutique, i centri commerciali, i ristoranti e gli hotel in costruzione nella Striscia. Per quale clientela? "Palestinese e internazionale, perchè come in tutte le zone di guerra girano molti soldi a Gaza", aggiunge il quotidiano francese.
La striscia di Gaza, dove nel 1987 cominciò l’Intifada, la rivolta delle pietre. Le bidonville di Jabaliya e di Khan Yunis, dove è nata hamas e la Jhad Islamica.  Le eleganti e asfaltate strade israeliane si trasformano, qui, in strade mal ridotte con delle grosse buche nel mezzo, le auto diventano carri trainate da asini. Da  Al Shati,  si vede il panorama di tutta Gaza City.
La produzione economica nella Striscia di Gaza è diminuita di circa un terzo tra il 1992 e il 1996. Un grave effetto negativo sociale di questo rallentamento è stato l'emergere di un alto tasso di disoccupazione. Il numero di residenti di Gaza che vive sotto la soglia di povertà ($ 2 pro capite al giorno) costituisce l'85% della popolazione in seguito all'Operazione Piombo Fuso lanciata nel dicembre 2008 dal governo israeliano.
I palestinesi e gli organismi internazionali stanno cercando di valutare il danno economico dall'inizio dell'offensiva israeliana Piombo Fuso (dicembre 2008) subìto dalla Striscia di Gaza stimato in  2 miliardi di euro.. L'industria dei tunnel, gallerie utilizzate per le merci di contrabbando a Rafah, ha prosperato da quando Hamas ha assunto controllo della Striscia di Gaza nell'estate del 2007, come mezzo per raccogliere fondi da parte del pubblico in cambio di un buon profitto. Tutto questo è finito con l’Operazione Piombo Fuso.
Ma come detto prima il turismo potrebbe costituire una valida alternativa a tutto questo come ci dice  Ismail 31 anni che a gaza è di casa:” È blu il mare a Gaza, ma anche verde di inquinamento, perché in alcuni punti le acque delle fognature scorrono libere sulla costa, dopo aver percorso e a cielo aperto le strade di Gaza city e delle altre città della Striscia, per finire in mare senza nessun trattamento di depurazione, distrutti dai raid israeliani o perché  i pezzi di ricambio e i filtri per l'acqua non riescono a penetrare l'embargo deciso dalle Autorità israeliane, con gravi conseguenze sull'ambiente e sull'economia locale.
Il mare, però, a Gaza è sempre stata una grande risorsa naturale e ora per fortuna sta cominciando ad essere usato a fini turistici”.

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