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Accesso alle facoltà a numero chiuso: la rivoluzione del Ministro Profumo

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di Massimo Boccaletti 
Con Avviso 13 febbraio 2013 protocollo 3188 il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha profondamente  innovato i test di ammissione  ai corsi di laurea per gli anni scolastici 2013/14 e 2014/15. All’inizio di settembre, a circa un mese e mezzo dalla compiuta maturità,  decine di migliaia di ragazzi, per essere ammessi a determinate Facoltà a numero chiuso, dovevano sottoporsi finora ai test di ingresso presso le Università di cui avrebbero seguito i corsi (sempre se ammessi). 
Selezione spesso impietosa. Dato 100 i candidati a certe Facoltà più ricercate (come Odontoiatria e Medicina) gli ammessi sono stati talvolta meno di 10, una falcidia che ha provocato nel tempo un flusso consistente di studenti italiani all’estero in Facoltà ritenute, a torto o a ragione, più “indulgenti” come le spagnole o le romene e comunque non gravate (finora) da prove d’ingresso. A suscitare la maggiori critiche a questo stato di cose è stata la formazione di creazione d’un sistema a macchia di leopardo, in conseguenza del quale, a parità di test, l’accesso in certe Facoltà e in alcune regioni risultava più agevole rispetto ad altre. Morale? Dinanzi alla Corte costituzionale è pendente un ricorso per violazione della parità dei cittadini  dal cui esito in un verso o nell’altro, potrebbe comportare importanti conseguenze. 
Nell’attesa, il Ministro Francesco Profumo, non è stato con le mani in mano. Lo dimostra l’emissione del Decreto del 14 febbraio, che rivoluziona innanzitutto le date, ma anche le modalità generali di svolgimento dei test. Quest’anno, quelli di accesso alle Facoltà mediche (Medicina, Odontoiatria e Veterinaria) si tengono non più a settembre, ma dal 23 al 25 luglio senza soluzione in continuità rispetto agli esami di maturità, in risposta indiretta alle critiche delle famiglie condannate ad interrompere le vacanze causa i test d’inizio settembre, mentre rimane invariata la tempistica di accesso dei test alle “professione sanitarie” (Fisioterapia, Ostetricia, Dietologia, ecc). Quanto alle modalità, il Decreto del 14 febbraio si premura di preannunciare successivi chiarimenti. 
Più “rivoluzionario” invece il Decreto per quanto riguarda i test di Medicina, Veterinaria e Odontoiatria “in italiano” che vengono anticipati da settembre all’8, 9 e 10 aprile 2014, periodo in cui tutti i maturandi, indipendentemente dall’effettivo conseguimento tre mesi dopo, del diploma di maturità, dovranno sottoporsi ai test “al buio”, essendo l’ammissione subordinata al superamento dei test stessi (ad aprile) e al successivo esame di maturità (a luglio). Conseguenza? I ragazzi che oggi frequentano la quarta superiore hanno circa un anno di tempo per affrontare l’importante appuntamento. La “ratio legis” di un anticipo così radicale di date è evidente: per evitare le  disparità di cui sopra, il Ministero ha “centralizzato” gli esami per una ripartizione più equilibrata, dal centro, dei posti disponibili nelle università..
Immaginarsi comunque lo scompiglio che il Decreto ha comportato nella vita e nei programmi delle famiglie, alcune delle quali hanno già cominciato ad iscrivere i ragazzi ai corsi privati di preparazione ai famigerati test, dal cui esito potrebbe dipendere il loro futuro. Franco Chiesa, titolare di un Centro di Torino, che ha preparato con successo finora decine  di giovani “Abbiamo dovuto attrezzarci anche noi  alle nuove norme – dice – Se prima i corsi di preparazione si svolgevano da fine luglio a settembre, ora cominciamo il giorno dopo la fine della maturità fino al giorno prima dei test, compreso, ovviamente anche il sabato. Per i ragazzi della quarta che lo sosterranno ad aprile 2014, invece, la preparazione avrà un andamento più  soft”       
In qualche caso, più raro, il test ha luogo tuttavia, addirittura il prossimo aprile 2013. In alcune città (Milano, Roma, Napoli, Bari, Pavia) ed università private, come la Cattolica, tra due mesi si svolgono i test di ammissione alle Facoltà in lingua inglese. Anche qui altra novità fondamentale: per essere ammessi si tiene conto del voto ricevuto alla maturità, è ovvio, ma anche della media di quelli ottenuti negli ultimi tre anni  in Italiano, inglese e matematica. Un ultima, ma non meno importante, riflessione: il Decreto del 14 febbraio è il primo di una serie che regolamenta l’accesso ai test. Caduto il governo, che fine farà la nuova normativa?    
… e in  altri paesi d’Europa?
 
La maggior parte dei Paesi europei (Belgio, Finlandia, Grecia, Polonia, Portogallo, Italia, Romania e Spagna) ricorre a criteri puramente didattici per l’ammissione degli studenti alle Facoltà di  Medicina. Ma esiste anche un criterio di ammissione misto  adottato ad esempio in Danimarca, dove tre Scuole su quattro ammettono il diploma di scuola media superiore come titolo di ingresso al 90 per cento dei posti disponibili nelle Università, ma il restante 10 per cento viene assegnato anche sulla base di qualificazioni individuali. Nei Paesi citati l’ammissione ai posti disponibili in Università avviene in base ad un criterio misto: punteggio finale dell’esame di maturità e quello ottenuto nei test di accesso, incentrati di solito sulle seguenti materie: Biologia, Chimica, Fisica e Matematica.
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