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Bagdad, città antica

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di  Lorenzo  Pisoni
Bagdad, una delle perle del Medio oriente. Si parla di questa città solo quando ci sono attentati, senza conoscerla  e senza ammirare la sua storia.
La città  si trova sul fiume Tigri e a 50 km dall'Eufrate in una zona prevalentemente pianeggiante. Pur essendo la  città vicina al fiume l'influenza del deserto, situato a sud e a ovest, si fa sentire. Nella parte occidentale della città ci sono larghi viali e molti edifici governativi, le case più economiche si trovano generalmente nella parte orientale.
Baghdad é un centro di grande importanza per il commercio internazionale.
Qui non si arriva meglio in macchina. E’ più comodo scendere dall’aereo ad Amman in Giordania e poi si riparte per farsi praticamente circa 1000 km di deserto. Bisogna mettere in conto dalle tre alle cinque ore di fermo tra le due dogane di confine.  In Iraq i cellulari non prendono. Se si cambiano un centinaio di euro, ci si trova con  una busta enorme di dinari iracheni.
Baghdad conta circa 8 milioni di anime. Tenendo conto che i palazzi di più di tre piani sono pochissimi, che la maggior parte dei suoi abitanti vive in case individuali anche solo con un  piano e che le strade sono molto larghe e i marciapiedi spaziosissimi, la superficie che la città occupa è enorme. 
Siamo in  una città che trasmette un certo fascino. È una città che ha un’anima che vive, che parla, caotica, rumorosa, polverosa d’estate e fangosa d’inverno. I quartieri storici sono molto degradati. Ci vuole tanta attenzione per indovinare, dietro le crepe, la polvere e i troppi cartelli e insegne, le belle case di una volta. Ma ci sono ancora. 
La Baghdad di oggi: strade distrutte, quartieri storici in rovina, fogne sventrate e sporcizia, nelle parti povere, palazzi di marmo, torri ultramoderne, ville da favola e moschee giganti in costruzione, nelle parti nuove. 
A Baghdad vige la specializzazione dei quartieri. Se uno vuole comprare un apparecchio elettronico o indumenti di pelle, pensa subito a Karrada Al Barra (esterna), se vuole comprare vestiti, scarpe e fare shopping pensa a Karrada Al Jawa (interna) o a Mansoor, se si vuole comprare un computer si va a Ssinaa (industria) nella via che sta di fronte all’università di tecnologia. 
In città c’è  anche un intero mercato dedicato al libro: Sciarì Al Mutanabi nel cuore della Città vecchia, ai piedi dell’antica Università del mostansiriya con migliaia di libri, di tutti i colori, tipi, lingue e tematiche che sono per terra. Qui  si possono trovare libri religiosi musulmani Sunniti, Sciiti, cristiani, libri scientifici, teorie politiche diverse, libri di storia, opere complete di Lenin e dell’Ayatollah Khomeini; riviste e libri erotici, Corano e Bibbia.
Per chi cerca di immaginare Baghdad, in questo già lontano dopoguerra, bisogna tenere conto di una cosa: Baghdad, come quasi tutto l’Iraq, è stata teatro, subito dopo la caduta del regime di Saddam Hussein, di saccheggi e incendi sistematici e generalizzati di tutto quello che era pubblico e/o governativo. 
Niente è sopravvissuto alla follia distruttrice delle decine di migliaia di saccheggiatori accorsi per cancellare ogni traccia del vecchio regime, ma anche semplicemente per riempirsi le tasche. 
Una città in cui tutto è da rifare. Niente amministrazioni (anagrafe, archivi…), niente ospedali (i pochi sopravvissuti sono stati difesi dal personale medico e paramedico armi alla mano), niente teatri, niente musei, niente biblioteche, niente scuole, niente banche, assicurazioni, previdenza sociale, pensioni. Tutto andato in fumo, tutto da rifare da zero. 
In questo momento l’Iraq, comunque, si sta riorganizzando abbastanza velocemente. Tutte le amministrazioni sono state riaperte. Spesso senza niente per lavorare: né telefoni, né computer. Sono stati ripristinati i sistemi di comunicazione e la città poco a poco riprende a funzionare. 
La telecomunicazione mobile e Internet si stanno invece sviluppando ad una velocità incredibile. 
Bisogna sapere che prima della guerra gli iracheni in maggioranza non avevano accesso alla rete. Oggi, i centri Internet crescono e la classe media irachena è collegata ad Internet. Il mercato dell’informatica vive un boom eccezionale: bisognerebbe vedere il quartiere specializzato, di fronte all’università di tecnologia, pieno di merce. È impressionante, come impressionante è anche il mercato di Karada, quello dell’elettrodomestico. Questa era una zona che fino a poco fa era specializzata in abbigliamento. Oggi, quasi tutti i venditori si sono riciclati nell'elettronica e negli elettrodomestici. 
I punti della città che  meritano una visita sono tanti: “ Il Museo Nazionale Iracheno, la cui inestimabile collezione archeologica fu saccheggiata durante l'invasione del 2003; l'arco delle Mani della Vittoria, costruito durante il regime di Saddam Hussein, lo zoo di Baghdad, la Biblioteca Nazionale, di cui molti antichi manoscritti andarono bruciati nell'incendio dell'edificio durante l'invasione del 2003, la moschea di Kazimayn (dei due [Imam] Kazim), dalla caratteristica cupola dorata, a nord-ovest di Baghdad, uno dei più importanti luoghi di culto sciiti, completata nel 1515, il Palazzo Abbaside (al-Qa?r al-?Abbasi), uno dei più antichi edifici cittadini, risalente al XII secolo e la Mustansiriyya, risalente al 1234, centro d'istruzione superiore fondato dal califfo al-Mustansir (1226-1242) e tuttora usato come centro d'insegnamento islamico”.
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