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L'economia sociale una risorsa in più contro la crisi europea

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di Emma Evangelista
La ripresa economica si fonda su una strategia di mercato nuova che può superare gli errori stategici del liberismo sfrenato degli anni novanta e recuperare quella parte di green economy che crea occupazione con la rivalutazione e lo sfruttamento delle energie alternative. Per quel che riguarda però il problema occupazionale, il vero orientamento della nuova economia del terzo millennio guarda con nostalgia e lungimiranza alla rivalutazione della persona e delle sue potenzialità: l'idea del singolo come soggetto primo della produzione e dell'impresa. La sostanzialità di quella che in Europa, a cominciare da Germania e Italia, negli anni '50, era chiamata economia sociale e di mercato oggi è quella di reimmettere nel mercato contributivo e produttivo quelle fasce di soggetti border line, strappandoli alle nuove povertà che la crisi economica produce. Sviluppare un progetto e creare un'impresa necessita innanzitutto  una semplificazione burocratica del sistema, ma anche una di una linea di accesso al credito più facile. Lo sviluppo dell'idea di microcredito e microfinanza come sistema primario per lo sviluppo della piccola impresa, può essere una valida alternativa. Questa idea, esportata nel mondo dal premio nobel per la Pace, Muhammad Yunus, rivista e corretta per il 'mondoeuropeo', stando agli ultimi rilevamenti ISTAT, nel nostro Paese ha già prodotto un aumento di occupazione nelle regioni del Mezzogiorno che hanno sostenuto politiche di microcredito per l'agricoltura. La via italiana, identificata in Italia dall'Ente nazionale per il microcredito (www.microcreditoitalia.org) con la cooperazione di istituti pubblici e privati come l'Anci e Unioncamere, attraverso la creazione di fondi di garanzia permette a chiunque voglia sviluppare progettualità di avere una possibilità d'accesso al credito, solo con garanzie personali. Attraverso un'adeguata  formazione, il soggetto che vuol realizzare la sua piccola impresa, il suo negozio di souvenir o la sua gelateria, viene istruito in modo da realizzare il progetto ed evitare il default d'impresa creando un'alternativa possibile alla disoccupazione. Originariamente il microcredito nasce in Bangladesh nella misura di prestito di denaro, a tasso agevolato,  rivolto soprattutto alle donne, per l'acquisto di beni per la produzione: qualche dollaro per acquistare stoffa o macchine da cucire per avviare una impresa. Oggi, in Europa, l'idea è quella di sostenere chi voglia avviare un'attività soprattutto rivolgendo l'attenzione alle donne, agli immigrati e ai giovani. Per questo la Comunità europea con lungimiranza ha introdotto nella programmazione del quinquennio lo sviluppo di progetti dedicati e sostiene con grandi risorse le PMI eil microcredito (approfondimento). Lo sviluppo di questo sistema favorisce la lotta alla povertà, all'esclusione finanziaria e sociale. Chiunque ne abbia le capacità, con un'adeguata preparazione che è compito delle Istituzioni favorire e sostenere,  può creare il "suo sogno". Il mito americano del self-made-man rivive nei piccoli progetti italiani che, nella visione meno romantica, trasforma il soggetto da "operaio in padroncino". Questa dinamica può essere sfruttata anche come alternativa alla cassaintegrazione. Negli ultimi anni stiamoassistendo ad una forte recessione del sistema industriale: dalle acciaierie agli ospedali, agli stabilimenti Fiat per fare un esempio eclatante, si ricorre spesso a questa soluzione, si potrebbe, invece, creare un'alternativa proprio favorendo la creazione di fondi di garanzia da poter utilizzare come ammortizzatori sociale e aiutare chi vuole sviluppare un progetto per reimmettersi nel mercato del lavoro in modo autonomo e rapido. In fondo siamo dell'idea che l'Italia sia sempre un Paese di Santi, eroi, navigatori e inventori, ma soprattutto di gente che sa ricostruire e reinventarsi.

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